Monti: “Qualcosa mi dice di non candidarmi”

Politica

Il premier uscente, in un colloquio con Repubblica, confessa di non aver ancora deciso del suo futuro. "Centro e Pd dovranno allearsi dopo il voto. Mai con Berlusconi". Nella conferenza stampa delle 11 anche un memorandum per il futuro governo

“Non lo so ancora. Ma dentro di me qualcosa mi dice di no”. Così il premier uscente Mario Monti in un colloquio con Eugenio Scalfari pubblicato su Repubblica avvenuto alla vigilia della conferenza stampa in cui il presidente del Consiglio risponderà alla domanda se scenderà o meno in campo come portabandiera e leader del Centro. "So che Napolitano preferirebbe che io, pur incoraggiando la parte politica a me più congeniale, restassi in panchina. Vedrò. La notte porta consiglio" dice il presidente del Consiglio a Repubblica.
E poi spiega che nel corso della conferenza stampa, prevista per le ore 11 del 23 dicembre, farà "un bilancio consuntivo" dei suoi 400 giorni di governo, di come ha "ereditato una situazione fallimentare" e di come la lascia, ma leggerà anche "un memorandum" agli italiani un programma che a suo avviso dovrà essere attuato nei primi cento giorni di governo, dalla legge elettorale alle liberalizzazioni.

Il memorandum per il futuro governo
- Eccone i punti chiave del memorandum: "Una legge aggiuntiva contro la corruzione; quella varata poche settimane fa è stata di fatto concordata con la cosiddetta 'strana maggioranza', ma è manchevole, consapevolmente manchevole di alcuni punti importanti. Bisogna completarla. Altrettanto bisogna fare con le liberalizzazioni. Bisogna rendere più penetrante l'azione antitrust in favore della libera concorrenza. Portare a termine l'impegno di abolizione delle Province. Cambiare la legge elettorale basandola sui collegi. Dimezzare il numero dei parlamentari. Portare avanti la riforma fiscale. Difendere fino in fondo la riforma delle pensioni. Cambiare il welfare e creare un sistema generale di ammortizzatori sociali. E soprattutto investire nelle scuole superiori, nell'università e nella ricerca". Molti punti sono in comune col Pd, secondo Monti, che dice di considerare "indispensabile" un'alleanza post elettorale con i democratici.

“Mai alleato con Berlusconi” - Nel colloquio con Eugenio Scalfari il premier dice che il Centro va rafforzato soprattutto per un motivo: per "fare muro e limitare il riafflusso alla destra populista". Berlusconi più forte di quanto si crede? "Per la sesta volta? - ribatte il premier al fondatore del quotidiano - Dopo aver visto quali danni ha fatto all'economia italiana e alla credibilità del Paese?".
Secondo Monti il centro attuale, con Casini Fini, Montezemolo e il ministro Riccardi ma senza di lui è stimato dai sondaggi "tra il 9 e il 12 %". "Vedo che i sondaggi su di me mi danno intorno al 40%; alcuni anche di più". E all'ipotesi di un blocco del Centro con Berlusconi risponde che "non lo farà mai". "Alcune persone per bene, sì, vorrebbero venire al Centro e io non sarei contrario". Oltre a Pisanu, aggiunge, "ce n'è qualcun altro".  Se Casini oscilla tra il 6% e il 7% e Fini con il 2%, prosegue, è perché' "sono politici fin da ragazzi e la gente non sopporta più i politici professionali. Si parla ormai di esperti e di società civile. E' questo che non fa decollare il Centro". Montezemolo, dice, "rappresenta in qualche modo le imprese. Riccardi èil fondatore di Sant'Egidio". Non intende ridar vita alla Dc: "Nessuno di noi pensa questo e io non mi propongo un obiettivo del genere".

Il futuro dei ministri - Alla fine del governo Monti sono dedicate tutte le aperture dei giornali di domenica 23 dicembre (RASSEGNA STAMPA). Su la Stampa ampio spazio al futuro dei ministri (VIDEO), con il dettaglio del loro curriculum e delle loro intenzioni in uno schema a pagina 5. C'è chi pensa alla vecchia professione, come il ministro della Giustizia Paola Severino che in un'intervista al Corriere della Sera conferma che tornerà a fare l'avvocato, e chi invece vorrebbe proseguire il suo cammino politico come il ministro degli Esteri Giulio Terzi che potrebbe candidarsi con il Pdl, o il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo che potrebbe presentarsi per il Pd. Il ministro dello Svuluppo Economico Corrado Passera penserebbe invece a scendere in campo in una eventuale lista Monti.

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