Ilva, via libera al decreto: "La produzione può proseguire"

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Il Consiglio dei ministri approva il provvedimento che prevede sanzioni se l'azienda sarà inadempiente nella bonifica e un garante indipendente nominato dal Colle. Monti: "Salva salute, ambiente e lavoro". Procura valuta costituzionalità o conflitto

Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge sull'impianto siderurgico Ilva di Taranto. Che potrà produrre e vendere e dovrà provvedere al risanamento ambientale, nel rispetto delle indicazioni dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia), che assume lo status di legge. Il provvedimento "stabilisce che la società Ilva abbia la gestione e la responsabilità della conduzione degli impianti e che sia autorizzata a proseguire la produzione e la vendita per tutto il periodo di validità dell'Aia", si legge nel comunicato diffuso al termine del Cdm.
A vigilare sarà un Garante (nominato dal presidente della Repubblica) e se i proprietari non rispetteranno il piano per il risanamento andranno incontro a sanzioni, sino all'eventuale perdita dell'azienda.
Qualcuno l'ha chiamato "decreto salva-Ilva ma io parlerei di decreto salva ambiente, salute e lavoro" ha detto il premier Mario Monti, in conferenza stampa dopo un Consiglio dei ministri durato oltre sei ore, spiegando che "l'intervento del governo è stato necessario perché Taranto è un asset strategico regionale e nazionale".
L'azienda aveva annunciato la chiusura "immediata e ineluttabile" dello stabilimento pochi giorni fa, in seguito all'ennesimo provvedimento giudiziario nei confronti dei vecchi e nuovi vertici e il sequestro di tutti i prodotti "finiti e semilavorati". Gli operai avevano occupato il polo di Taranto e dato vita a una protesta ininterrotta.

"Il sequestro non impedisce la bonifica e la produzione" - "I provvedimenti di sequestro e confisca dell'autorità giudiziaria non impediscono all'azienda di procedere agli adempimenti ambientali e alla produzione e vendita secondo i termini dell'autorizzazione. L'Ilva - spiega il comunicato stampa - è tenuta a rispettare pienamente le prescrizioni dell'autorizzazione ambientale". L'area "a caldo" dell'Ilva tarantina, che fa parte del Gruppo Riva, era stata sequestrata dalla Procura di Taranto a fine luglio in un'inchiesta per disastro ambientale.

Clini: sanzione 10% del fatturato se Ilva inadempiente - In caso di inadempienze per l'Ilva "restano tutte le sanzioni già previste e in più introdotta la possibilità di una sanzione sino al 10% del fatturato annuo dello stabilimento". "E' una condizione di garanzia" ha detto il ministro dell'Ambiente Corrado Clini illustrando il decreto Ilva (VIDEO).

Passera: "Proprietà può perdere l'azienda se non rispetta vincoli" - Il Gruppo Riva, da cui dipende l'Ilva di Taranto, potrebbe arrivare fino a perdere la proprietà dell'azienda se non rispettasse le disposizioni di risanamento ambientali inserite nel decreto varato oggi dal governo sullo stabilimento siderurgico. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera durante una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.

Il decreto istituisce un garante - Il decreto prevede l'istituzione di un "garante", come ha confermato il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi. "Sarà una figura non simbolica, ma operativa la preoccupazione del governo è quella di assicurare che il programma di risanamento ambientale avvenga". Il garante sarà nominato con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell'Ambiente, sentiti i ministri dello Sviluppo economico e della Salute. "Avrà autonomia finanziaria - ha detto Clini - e ciò per garantire la sua indipendenza".

Monti: "Il dl è blindato". Procura valuta costituzionalità o conflitto - "Abbiamo una creatura blindata dal punto di vista della sua effettiva applicazione e non c'è nessun bisogno di rivolgere appelli affinché il decreto non sia impugnato. Abbiamo posto grandissima attenzione di compatibilità alla Costituzione" ha detto Monti a chi ha ipotizzato una eventuale impugnazione davanti alla Consulta. Ma secondo indiscrezioni la procura di Taranto starebbe proprio valutando l'eventualità di chiedere al giudice che sia proposta eccezione di incostituzionalità del decreto o di sollevare conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato. Ipotesi tutt'altro che peregrina, stando alle parole del segretario dell'Anm Maurizio Carbone: il governo, ha detto il magistrato tarantino, "si è assunto la grave responsabilità di vanificare le finalità preventive dei provvedimenti di sequestro" emessi per "salvaguardare la salute di una intera collettività dal pericolo attuale e concreto di gravi danni".

Genova, abbracci e applausi tra gli operai per il decreto - Un lungo applauso degli operai dell'Ilva di Cornigliano, riuniti in presidio davanti alla prefettura (FOTO) ha accolto l'annuncio della firma in Consiglio dei ministri del decreto 'Salva Ilva' letto dal leader della Fiom Franco Grondona. Applausi anche per i contenuti del decreto. Sciolto il blocco stradale davanti al Palazzo del Governo. "Domani si lavora - ha detto Grondona - e lunedì il punto in assemblea". Il presidio dei lavoratori si è sciolto.

Gip: "Nuova Aia incompatibile con tutela salute" -  Poche ore prima che arrivasse il decreto legge del governo, il gip Patrizia Todisco aveva rigettato per la seconda volta l'istanza di dissequestro degli impianti, avanzata dall'Ilva, scrivendo un'ordinanza durissima anche contro la nuova Aia rilasciata dal ministero dell'Ambiente il 26 ottobre. La nuova Aia, scrive il giudice, non è fondata su "specifici studi o accertamenti di tipo tecnico-scientifico" in grado di "confutare le evidenze probatorie" che denunciano "l'esistenza, nella zona del Tarantino, di una grave ed attualissima situazione di emergenza ambientale e sanitaria" imputabile alle emissioni dell'Ilva. I tempi di realizzazione della nuova Aia sono poi "incompatibili con le improcrastinabili esigenze di tutela della salute della popolazione locale e dei lavoratori del Siderurgico", tutela che "non può essere sospesa senza incorrere in una inammissibile violazione dei principi costituzionali" (articoli 32 e 41). In definitiva, scrive il gip, bisogna prima risanare gli impianti e poi produrre.

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