Pd, Bersani a Renzi: "Non sono rinnovatore? Ti sbagli"

Politica

Si accende il dibattito in vista delle primarie. Il sindaco di Firenze: nella mia squadra di governo 5 uomini e 5 donne. Il segretario apre alla possibilità di arruolare gli attuali ministri. Vendola: addio alla vita pubblica dopo la prossima legislatura

I cinque candidati alle primarie del centrosinistra in programma per il 25 novembre si lanciano la sfida su rinnovamento, programma, squadra di governo e alleanze politiche.
Rivendicando la battaglia per la rottomazione, Matteo Renzi mette nel mirino Pier Luigi Bersani: "In questi anni - attacca - si è posto più come garante dei vari gruppi dirigenti del Pd che come rinnovatore".  Il segretario non ci sta: "Se Renzi si guarda attorno il rinnovamento c'è ed è stato profondo e ci mette in condizione di avere una nuova classe dirigente cui far fare uno scalino in più, in termini di partito e governo", ha assicurato Bersani.

Non si farà rottamare Nichi Vendola, nel senso che ha deciso di dar l'addio alla vita pubblica al termine della prossima legislatura. I 5 candidati, che lunedì 12 si confronteranno in diretta su SkyTG24, su Cielo e in streaming su Sky.it,  vogliono conquistare Palazzo Chigi e cominciano a pensare anche alla squadra di governo: quella di Bersani potrebbe essere aperta ad alcuni degli attuali ministri, purché facciano "outing" politico. L'ex ministro dell'Industria ha ribadito la sua disponibilità affinché anche il presidente del Consiglio Mario Monti continui a dare il proprio contributo al Paese, ma senza specificare con quale incarico.

Compagine snella per Renzi: ci saranno 5 uomini e 5 donne. Il sindaco di Firenze chiarisce che chi vincerà le primarie porterà il suo programma e se "a qualcuno non piace non ci starà". Tre le priorità di Bersani: promuovere una lenzuolata sulla moralità pubblica, dare a chi nasce in Italia la cittadinanza, e sostenere il lavoro. Punto fondamentale pure per Renzi, che però critica la ricetta della sinistra "tesa a difendere il posto piuttosto che i lavoratori". Ma per Vendola c'è anche un altro problema: i vincoli del patto di stabilità vanno ridiscussi.

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