Primarie, Di Pietro: "Se sono di programma partecipiamo"

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Il giorno dopo la presentazione della proposta sulle regole per la scelta del candidato premier di centrosinistra, anche il leader Idv si inserisce nel dibattito. Matteo Renzi in un'intervista avvisa il Pd: "Se vogliono consultazioni finte lo dicano"

Mentre Matteo Renzi definisce "assurde" le norme sulle primarie, nel dibattito si inserisce anche Antonio Di Pietro: "Le primarie - dice - sono un atto di chiarezza, purché siano di coalizione e di programma, che impegnino cioè i partiti a seguire le indicazioni che emergono. Se sarà così vi parteciperemmo, altrimenti, se si riducono a una resa dei conti nel Pd, vi assisteremo nella speranza che quel partito si convinca della necessità di dar vita a una coalizione di centrosinistra e non svenda i suoi voti all'indomani delle elezioni".

Le parole del leader dell'Italia dei Valori arrivano mentre il sindaco di Firenze in un' intervista all'Unità chiede l'intervento di Bersani perché "faccia prevalere la ragione".  "Non capisco - dice - perché il Pd debba aver paura di primarie aperte e libere. Se il cambiamento delle regole è una mossa dettata dalla paura, allora è meglio che non facciano le primarie. Se vogliono farle finte, lo dicano".
In merito all'albo pubblico, "suona stravagante che la stessa organizzazione di partito che non ha ancora reso pubblici i votanti delle scorse primarie voglia oggi rendere pubblici quelli che voteranno alle prossime, ma se non ci sono problemi di privacy per me nulla osta", dice Renzi.

Quanto al certificato di elettore del centrosinistra, invece, Renzi sostiene che "è inaccettabile arrivare a dover ritirare una tessera", mentre è "allucinante un doppio turno in cui può votare solo chi ha votato al primo. Un clamoroso autogol". "Sarebbe strano se alle primarie del centrosinistra si consentisse di correre a Tabacci e non al sindaco Pd di Firenze", osserva Renzi.
"Tra l'altro ci stanno regalando la possibilità di fare le vittime". Renzi definisce "un'accusa umiliante per me, ma anche per chi lo dice", la tesi secondo cui con una sua vittoria finirebbe il centrosinistra.
"Se gli elettori premiano un candidato diverso da quello che D'Alema o chi per lui immaginano, non è che finisce il centrosinistra".

La replica del partito è affidata al responsabile organizzazione della segreteria del Pd: "Vedo che Renzi chiede con insistenza perché si devono cambiare le regole - dice Nino Stumpo - Vorrei fargli notare sommessamente che sabato riuniamo l'assemblea nazionale del Pd per cambiare la regola dello statuto in modo da consentirgli di candidarsi alle primarie". Lo afferma Nico Stumpo,

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