Laziogate, Polverini si dimette. Pdl nel caos

Politica

Dopo lo scandalo dei fondi che ha investito il Consiglio, la governatrice lascia l'incarico: "Adesso dirò tutto quello che ho visto". Fiorito: "Non l'ho fatta cadere io". E Berlusconi starebbe pensando a un "contenitore federativo al posto del partito"

Dopo le dimissioni della governatrice del Lazio Renata Polverini i partiti si interrogano sul futuro della Regione e anche il Parlamento stringe i tempi su nuove misure finalizzate ad assicurare maggior trasparenza ai bilanci dei gruppi. "Da oggi sono libera e dirò tutto quello che ho visto", ha detto Polverini, prendendo le distanze dai diretti responsabili dello scandalo dei fondi del Pdl. Casini chiede che si "restituisca la parola ai cittadini" anticipando quelle che potrebbero essere martedì 25 le decisioni dell'ufficio politico dell'Udc.

Berlusconi: "Si cambia tutto" -
Il terremoto nella regione Lazio occupa le prime pagine di tutti i principali quotidiani (guarda la rassegna stampa nel video in alto). In molti si concentrano sulle conseguenze politiche: secondo la Repubblica il Pdl sarebbe "sull'orlo della scissione". I malumori interni al partito erano già trapelati lunedì 24 quando Angelino Alfano, temendo una reazione a catena, aveva provato a convincere la Presidente della Regione Lazio almeno a rinviare la decisione. E non è bastata neanche la telefonata di Silvio Berlusconi, resa nota dalla stessa governatrice uscente nel corso di una conferenza stampa, per far cambiare idea a Renata. Secondo il Corriere della Sera adesso il Cavaliere starebbe pensando a un "contenitore federativo al posto del partito". "Questo è solo l'inizio, adesso si cambia tutto", avrebbe detto l'ex presidente del Consiglio ai suoi.

Corriere: "Polverini non poteva non sapere" -
Ma sempre sul Corriere emergerebbero novità sullo scandalo: "Gli aumenti di fondi per i partiti hanno sempre ottenuto il via libera della giunta della Regione Lazio. E dunque Renata Polverini non poteva non sapere, come invece ha sostenuto in questi giorni, che gli stanziamenti destinati al funzionamento dei gruppi fossero lievitati da un milione di euro a quattordici milioni di euro in appena due anni". Così scrive il quotidiano di via Solferino sulla base di "determinazioni che sono state approvate nel 2011 e hanno elargito complessivamente otto milioni e centomila euro". 

Fiorito: "Non l'ho fatta cadere io" -
Su Repubblica parla invece uno dei protagonisti dello scandalo, Franco Fiorito, indagato per peculato: "Non l'ho fatta cadere io", spiega attaccando la governatrice: "E' diventata un primo ministro? Da quando in qua una governatrice comunica le dimissioni al presidente della Repubblica e al premier? Le dimissioni vanno date in consiglio". Da Fiorito arrivo anche l'annuncio di una sua ricandidatura.  "Perché non dovrei? Due anni fa mi hanno scelto oltre 26 mila cittadini. E le assicuro che non ho perso un solo voto. Chi mi ha eletto mi conosce e sa che in questa storia qualcuno ha deciso di sacrificarmi come capro espiatorio. E comunque ci sara' molto tempo per spiegare per bene come sono andate le cose".

Il Giornale: "Finalmente vanno a casa" -
"Finalmente vanno a casa", titola Il Giornale. Duro anche il titolo di apertura di Libero: "Il magna magna: ridateci il malloppo. Giù le tasse regionali". Avvenire, quotidiano dei vescovi, punta sulle parole di Bagnasco: "Scandali inaccettabili, democrazia mortificata". Ironico come di consueto Il Manifesto che titola: "Renatazero".

Casini: "Rivedere riforme federaliste" -
Intervistato dal Messaggero, il leader dell'Udc Pierferdinando Casini che ha avuto un ruolo chiave nella giornata di lunedì 24, fa notare che Renata Polverini "è uno dei pochi presidenti che non ha un avviso di garanzia e come tale non aveva nessun obbligo di dimettersi, ma ne ha fatto un obbligo di dignità e di responsabilità". L'ex presidente della Camera chiede poi di rivedere la riforma federalista che ha modificato il titolo V della Costituzione: "non solo la riforma voluta dalla sinistra e dalla Lega - precisa. - Anche i decreti del governo Berlusconi vanno riscritti".

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