Per il leader centrista dopo le prossime elezioni è necessario tornare alle larghe intese. Ma il leader di Sel lancia un messaggio al Pd: "Senza l'Udc la sinistra prende più voti" e ribadisce il suo no all'attuale esecutivo
Mario Monti e la sua 'agenda' anche dopo il 2013 dividono dentro e fuori il Pd. E rischiano di essere la cartina al tornasole delle alleanze future del centrosinistra. Oggi Pier Ferdinando Casini, che il Professore vedrebbe bene "ovunque" anche al Quirinale, chiede chiarezza al Pd sull"'abisso" che c'è tra i democratici e Nichi Vendola nel giudizio rispetto al governo dei tecnici."Non si può vivere solo di pane e spread" è la risposta indiretta di Pier Luigi Bersani, che al primo posto del suo programma mette l'economia reale più che il rigore dei conti.
Casini mantiene la distanza dal Pd - Il leader centrista arriva, ospite atteso, alla festa del Pd a Reggio Emilia, dove tra qualche giorno parlerà anche Nichi Vendola. Non è la prima volta che Casini va a 'casa' dei democratici ma, a pochi mesi dal voto, per il Pd, che punta a unire progressisti e moderati, è un test importante sull'elettorato. L'accoglienza è buona anche perché Casini riconosce il merito del Pd di aver optato per un governo di larghe intese e picchia duro sul Pdl ed il centrodestra. Il leader Udc mantiene però intatta la sua distanza rispetto al centrosinistra: "'Mi meraviglierei se Bersani avesse detto di preferire me a Vendola e mi preoccuperei se Vendola volesse rapporti più stretti con me. Ognuno fa il suo percorso e poi è possibile che le esperienze confluiscano come è successo con il governo Monti".
Casini: "Inutile che il governo somministri il libro dei sogni" - Una strategia che potrebbe sembrare del "marciare divisi e colpire uniti" se non fosse che Casini e Vendola sono lontani anni luce rispetto alle politiche dei tecnici. "Diciamo con forza no a Mario Monti di qui all'eternità", scandisce il leader di Sel all'ora di pranzo, convinto che senza l'Udc il centrosinistra prenderebbe più voti alle elezioni. "Dobbiamo dar vita - sostiene poche ore dopo Casini - ad un governo politico con una linea di continuità con quanto si è fatto in questi mesi". Tra queste due posizioni si colloca il Pd che, osserva Dario Franceschini sullo stesso palco con il leader centrista, "non è acritico" rispetto al governo. E per i prossimi mesi, in vista delle elezioni, è immaginabile che proseguirà su una linea di lotta e di governo. Anche Casini ha un messaggio critico da inviare all'esecutivo: "E' inutile che i ministri ci somministrino libri dei sogni interminabili, si stabiliscano due o tre priorità su cui impegnarsi da qui a fine legislatura". Ma è indubbio che sul sostegno a Monti i centristi faranno ruotare l"abc' della propria campagna elettorale.
Scontro dentro il Pd - Insomma l'obiettivo del Pd di unire progressisti e moderati, "l'unica prospettiva realistica per il paese", come la chiama Massimo D'Alema, e' tutt'altro che semplice. Anche perche' pure dentro il partito le frizioni non mancano con i 'giovani turchi', come Matteo Orfini, che puntano tutto a sinistra e invitano chi e' filo-Monti a scegliere Matteo Renzi alle primarie. E i moderati, come Francesco Boccia, su tutte le furie: "Se Bersani condivide questa deriva anti-Monti, allora serve un congresso". L'unica cosa per ora chiara e' che il leader Idv Antonio Di Pietro e' fuori: "Non faccio alleanze con chi mi insulta", e' la conclusione di Pier Luigi Bersani.
Casini mantiene la distanza dal Pd - Il leader centrista arriva, ospite atteso, alla festa del Pd a Reggio Emilia, dove tra qualche giorno parlerà anche Nichi Vendola. Non è la prima volta che Casini va a 'casa' dei democratici ma, a pochi mesi dal voto, per il Pd, che punta a unire progressisti e moderati, è un test importante sull'elettorato. L'accoglienza è buona anche perché Casini riconosce il merito del Pd di aver optato per un governo di larghe intese e picchia duro sul Pdl ed il centrodestra. Il leader Udc mantiene però intatta la sua distanza rispetto al centrosinistra: "'Mi meraviglierei se Bersani avesse detto di preferire me a Vendola e mi preoccuperei se Vendola volesse rapporti più stretti con me. Ognuno fa il suo percorso e poi è possibile che le esperienze confluiscano come è successo con il governo Monti".
Casini: "Inutile che il governo somministri il libro dei sogni" - Una strategia che potrebbe sembrare del "marciare divisi e colpire uniti" se non fosse che Casini e Vendola sono lontani anni luce rispetto alle politiche dei tecnici. "Diciamo con forza no a Mario Monti di qui all'eternità", scandisce il leader di Sel all'ora di pranzo, convinto che senza l'Udc il centrosinistra prenderebbe più voti alle elezioni. "Dobbiamo dar vita - sostiene poche ore dopo Casini - ad un governo politico con una linea di continuità con quanto si è fatto in questi mesi". Tra queste due posizioni si colloca il Pd che, osserva Dario Franceschini sullo stesso palco con il leader centrista, "non è acritico" rispetto al governo. E per i prossimi mesi, in vista delle elezioni, è immaginabile che proseguirà su una linea di lotta e di governo. Anche Casini ha un messaggio critico da inviare all'esecutivo: "E' inutile che i ministri ci somministrino libri dei sogni interminabili, si stabiliscano due o tre priorità su cui impegnarsi da qui a fine legislatura". Ma è indubbio che sul sostegno a Monti i centristi faranno ruotare l"abc' della propria campagna elettorale.
Scontro dentro il Pd - Insomma l'obiettivo del Pd di unire progressisti e moderati, "l'unica prospettiva realistica per il paese", come la chiama Massimo D'Alema, e' tutt'altro che semplice. Anche perche' pure dentro il partito le frizioni non mancano con i 'giovani turchi', come Matteo Orfini, che puntano tutto a sinistra e invitano chi e' filo-Monti a scegliere Matteo Renzi alle primarie. E i moderati, come Francesco Boccia, su tutte le furie: "Se Bersani condivide questa deriva anti-Monti, allora serve un congresso". L'unica cosa per ora chiara e' che il leader Idv Antonio Di Pietro e' fuori: "Non faccio alleanze con chi mi insulta", e' la conclusione di Pier Luigi Bersani.