Legge 40, insorge la Cei. Balduzzi: "Proporrò il ricorso"

Politica

Dopo il pronunciamento della Corte di Strasburgo sulla legge italiana sulla fecondazione in vitro, interviene il cardinale Bagnasco: “Superata la magistratura italiana". Il ministro della Salute: “Serve un chiarimento”

Bisogna riformare la politica e lo Stato; concentrarsi sui temi di economia e lavoro e sostenere la persona perché "quando sull'uomo prevale il profitto, prevalgono visioni particolaristiche e distorte". E ancora: "La gente è smarrita, dobbiamo uscirne tutti insieme". Parla così il cardinale Angelo Bagnasco, che rivolge un appello alla "solidarietà lungimirante" e, non da ultimo, commenta la sentenza delle Corte europea dei diritti dell'uomo che ha condannato le incoerenze della legge italiana sulla fecondazione in vitro: "C'è stato un superamento della magistratura italiana, è singolare".
Sull'argomento interviene anche il ministro della Salute, Renato Balduzzi, che proprio dai microfoni di Radio Vaticana fa capire che il governo italiano potrebbe fare ricorso contro la sentenza europea. "Il mio intendimento è quello di proporre al Consiglio dei Ministri l'intenzione di fare ricorso contro la sentenza della Corte europea", ha detto Balduzzi, sottolineando però la necessità di "una riserva di approfondimento".
"Ci sono dei passaggi delle sentenza europea che possono dare luogo a interpretazioni preoccupanti", ha aggiunto.

Bagnasco: riformare politica e Stato - "E' l'ora di una solidarietà lungimirante, dell'assoluta concentrazione sui problemi prioritari dell'economia e del lavoro, della rifondazione della politica e delle procedure partecipative, della riforma dello Stato: problemi che hanno come centro la persona e ne sono il necessario sviluppo". Queste le parole del presidente della Cei e arcivescovo di Genova nell'omelia pronunciata presso il Santuario della Madonna della Guardia, in occasione della festa per l'anniversario dell'Apparizione della Vergine sul monte Figogna.
La Chiesa, "spinta dalla sollecitudine per la Nazione fa appello alla responsabilità dell'intera società nelle sue articolazioni -  istituzioni, mondo politico e della finanza, del lavoro e delle sue  rappresentanze - perché prevalga il bene generale su qualunque altro  interesse. E' necessario - ha aggiunto - stringere i ranghi dell'amore  al Paese. La vita della gente è segnata in modo preoccupante, e sente che il momento è decisivo: dalla sua soluzione dipende anche la  tenuta sociale".

Crisi, suicida sottovalutare il contesto mondiale - Bagnasco parla anche della crisi economica. Sottovalutare il contesto "europeo e mondiale" della crisi "sarebbe illusorio e suicida" ha dichiarato nell'omelia. "Nel cuore abbiamo il peso della crisi. Il pensiero corre a chi ha lavoro e spera di tenerlo, a chi lo cerca e non lo trova, a chi l'ha perso. La grave congiuntura economica, con ricadute preoccupanti su occupazione e vita sociale del Paese, dell' Europa e del mondo, non è una crisi congiunturale ma di sistema".  
La strada intrapresa, "in Italia come altrove nel mondo, è fortemente in salita. Uscire dalla strettoia, che ha costi alti per  famiglie, giovani, adulti e pensionati, è possibile ma solo "insieme". Solo "insieme", infatti - ha rilevato - si affrontano le prove anche più dure: se le persone si sentono sole di fronte alle  difficoltà, si deprimono e si arrendono, finiscono ai margini della  vita, facile preda del peggio; ed è noto che, senza lavoro e nella incertezza, il male ha buon gioco".

Sulla legge 40: magistratura italiana surclassata - Commenta poi il pronunciamento della Corte di Strasburgo sulla legge 40. Bisogna ripensarci un attimo a livello nazionale: sia a livello di tecnici che di esperti, sia nel merito che nel metodo perché non si è passati attraverso la magistratura italiana. "C'è stato un superamento, un surclassamento della magistratura italiana, è singolare".

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