Il comico attacca il capo dello Stato: "E' il presidente dei partiti, non della Repubblica, se i partigiani potessero levarsi dalle tombe resterebbero sgomenti". Di Pietro: "Mira a sfasciare tutto e basta"
Sale la tensione tra Beppe Grillo e i principali leader politici, dopo che il comico geovese ha replicato al discorso del 25 aprile del capo dello Stato.
Bersani contro Grillo: "Qualunquista" - "Ieri Napolitano ha detto cose puntuali e serissime. Grillo ha risposto con insulti, non si permetta", ha attaccato il leader del Pd Pier Luigi Bersani, da Como, dove è intervenuto per sostenere il candidato sindaco del centrosinistra Mario Lucini. "Grillo non si arrischi a dire cosa direbbero se tornassero i partigiani. Loro saprebbero che cosa dire dell'Uomo Qualunque. I partigiani ci hanno dato una democrazia, una Costituzione che comprende l'articolo 49, che comprende i partiti, che devono ripulirsi e riformarsi ma che sono un'ossatura della democrazia. Ho già detto: dimezziamo i finanziamenti, una condizione di pulizia e attenzione". "Attenzione - ha concluso il segretario del Pd - non cederemo al qualunquismo: non per noi, ma perché l'Italia non può crearsi un futuro cercando scorciatoie".
Lo scontro Grillo-Napolitano - "Sento parlare di populismo e di demagoghi. Ma il mio non è populismo, è politica, e non la faccio nemmeno io, la fa chi si candida nel Movimento 5 stelle", aveva detto Beppe Grillo, in tour elettorale nel padovano rispondendo indirettamente al capo dello stato Giorgio Napolitano che aveva dichiarato: "I partiti facciano la propria parte, si rinnovino per non dare fiato alla cieca sfiducia contro i partiti e a qualche demagogo di turno".
"Il vero pericolo non sono io - aveva aggiunto Beppe Grillo -, sono i cittadini per bene, incensurati, che si sono stancati e vogliono mandare a casa questa classe fatta di partiti e ruberie per riappropriarsi del piacere e del dovere di discutere delle scelte pubbliche". "Napolitano - aveva attacccato - è il presidente dei partiti, non della Repubblica"
La citazione dei partigiani - Ma le polemiche legate a Grillo si sono anche intrecciate con la festa della Liberazione: "Oggi, 25 aprile - aveva detto il comico - se i partigiani potessero levarsi dalle tombe resterebbero sgomenti per lo scempio che si troverebbero davanti: un paese senza sovranità popolare, con l'elezione a tavolino dei parlamentari da parte di pochi segretari di partito, un Parlamento immorale, peggio di quello fascista che almeno non si nascondeva dietro alla parola democrazia".
Attacchi da Di Pietro e Casini - Sprezzante anche Pierferdinando Casini. "Grillo? Meglio dentro che fuori dal Parlamento, così passa dalle chiacchiere ai fatti e fa i conti con la realtà. E' capitato ad altri movimenti politici: sono arrivati pieni di aspettative e poi hanno fatto i conti con la realtà dei fatti".
E anche Di Pietro, di solito il meno ostile nei suoi confronti, non gli ha risparmiato critiche. "Tra me e Grillo c'è una sola differenza - ha detto il leader dell'Idv - io critico ma voglio costruire un'alternativa, lanciare un modello riformista e legalitario. Lui invece mira a sfasciare tutto e basta", invitandolo poi a non cadere nel trabocchetto "di chi vuol metterci l'uno contro l'altro".
Le parole di Tonino mi lasciano sbigottito. Spero che sia stato un lapsus. Da lui, proprio da
lui, non me le aspettavo" ha replicato il comico sul suo blog.
Bersani contro Grillo: "Qualunquista" - "Ieri Napolitano ha detto cose puntuali e serissime. Grillo ha risposto con insulti, non si permetta", ha attaccato il leader del Pd Pier Luigi Bersani, da Como, dove è intervenuto per sostenere il candidato sindaco del centrosinistra Mario Lucini. "Grillo non si arrischi a dire cosa direbbero se tornassero i partigiani. Loro saprebbero che cosa dire dell'Uomo Qualunque. I partigiani ci hanno dato una democrazia, una Costituzione che comprende l'articolo 49, che comprende i partiti, che devono ripulirsi e riformarsi ma che sono un'ossatura della democrazia. Ho già detto: dimezziamo i finanziamenti, una condizione di pulizia e attenzione". "Attenzione - ha concluso il segretario del Pd - non cederemo al qualunquismo: non per noi, ma perché l'Italia non può crearsi un futuro cercando scorciatoie".
Lo scontro Grillo-Napolitano - "Sento parlare di populismo e di demagoghi. Ma il mio non è populismo, è politica, e non la faccio nemmeno io, la fa chi si candida nel Movimento 5 stelle", aveva detto Beppe Grillo, in tour elettorale nel padovano rispondendo indirettamente al capo dello stato Giorgio Napolitano che aveva dichiarato: "I partiti facciano la propria parte, si rinnovino per non dare fiato alla cieca sfiducia contro i partiti e a qualche demagogo di turno".
"Il vero pericolo non sono io - aveva aggiunto Beppe Grillo -, sono i cittadini per bene, incensurati, che si sono stancati e vogliono mandare a casa questa classe fatta di partiti e ruberie per riappropriarsi del piacere e del dovere di discutere delle scelte pubbliche". "Napolitano - aveva attacccato - è il presidente dei partiti, non della Repubblica"
La citazione dei partigiani - Ma le polemiche legate a Grillo si sono anche intrecciate con la festa della Liberazione: "Oggi, 25 aprile - aveva detto il comico - se i partigiani potessero levarsi dalle tombe resterebbero sgomenti per lo scempio che si troverebbero davanti: un paese senza sovranità popolare, con l'elezione a tavolino dei parlamentari da parte di pochi segretari di partito, un Parlamento immorale, peggio di quello fascista che almeno non si nascondeva dietro alla parola democrazia".
Attacchi da Di Pietro e Casini - Sprezzante anche Pierferdinando Casini. "Grillo? Meglio dentro che fuori dal Parlamento, così passa dalle chiacchiere ai fatti e fa i conti con la realtà. E' capitato ad altri movimenti politici: sono arrivati pieni di aspettative e poi hanno fatto i conti con la realtà dei fatti".
E anche Di Pietro, di solito il meno ostile nei suoi confronti, non gli ha risparmiato critiche. "Tra me e Grillo c'è una sola differenza - ha detto il leader dell'Idv - io critico ma voglio costruire un'alternativa, lanciare un modello riformista e legalitario. Lui invece mira a sfasciare tutto e basta", invitandolo poi a non cadere nel trabocchetto "di chi vuol metterci l'uno contro l'altro".
Le parole di Tonino mi lasciano sbigottito. Spero che sia stato un lapsus. Da lui, proprio da
lui, non me le aspettavo" ha replicato il comico sul suo blog.