Monti: "In futuro meno tasse grazie alla lotta all’evasione"
PoliticaIl premier, nella relazione che accompagna il Documento di economia e finanza, rilancia sul fondo che permetterà di ridurre le "aliquote fiscali". E sulla crisi avverte: "Niente crescita fino al 2013"
"In futuro" i proventi della lotta all'evasione fiscale dovranno essere utilizzati "anche per ridurre le aliquote fiscali". Lo scrive il presidente del Consiglio, Mario Monti, nell'introduzione alla bozza del Piano nazionale delle riforme, che assieme al Programma di stabilità compone il Def, il Documento di economia e finanza, all'esame del Consiglio dei ministri dopo esser stato discusso nel vertice con i partiti. Al momento di varare la riforma fiscale, lunedì scorso, Monti aveva fatto cancellare dal disegno di legge l'introduzione di un "fondo strutturale destinato a finanziare sgravi fiscali", non potendo il governo impegnarsi a garantire la riduzione del carico tributario nel breve periodo.
Monti: "E' stato evitato uno shock distruttivo" - Nella relazione che accompagna il Def, Monti scrive che la crisi "può avere un impatto duraturo e profondo sul potenziale di crescita dell'Italia, anche se è stato evitato uno shock distruttivo" grazie alle misure varate da novembre in poi. Per questo Monti dice che "non è possibile aspettare che la tempesta passi e la parentesi si chiuda". “Il cuore del problema italiano è come tornare a crescere. Non c'è ragione per accettare che l'Italia sia condannata ad avere una crescita sotto la media dell'Eurozona da oltre dieci anni". Crescita che non "tornerà fino al 2013". Tuttavia, Monti dice che "la crescita non può venire da stimoli espansivi della spesa pubblica" ma solo da miglioramenti nella produttività: "In poche parole, provando a inserire in un sistema ingessato più efficienza, più produttività e più competitività".
Disagio del lavoro tocca la metà delle famiglie - Il premier sottolinea comunque che "l'Italia ha messo in sicurezza i conti pubblici e avrà un avanzo primario del 3,9% nel 2013. E' uno sprint realizzato con lo sforzo collettivo di Parlamento, parti sociali, parte produttiva del Paese oltreché dal Governo. Ma molto resta da fare". In particolare, il disagio occupazionale tocca direttamente e indirettamente quasi la metà delle famiglie italiane" e il "prossimo anno deve essere per l'Italia un anno di profonda trasformazione, in continuità con quanto già avviato nei mesi passati". Per Monti, è necessario "agire con determinazione per completare la sequenza di riforme". E aggiunge: "Il nostro Paese investe ancora troppo poco in ricerca, ha un numero insufficiente di brevetti e perde troppi talenti per l'alto numero di giovani che emigrano all'estero".
"Nella sofferenza l'Italia sta dando una prova esemplare" - Della crisi e della situazione del nostro Paese, il premier aveva parlato anche nella mattina del 18 aprile, durante la celebrazione dei Collari d’Oro al Coni. "L'Italia sta dando nella grande sofferenza una prova esemplare" ha detto Mario Monti sottolineando come da una parte, di fronte alle sconfitte, serva la "consapevolezza" delle ragioni che le hanno determinate, e dall'altra la speranza. "Consapevolezza e speranza che per analogia estenderei al Paese". "La consapevolezza con cui gli italiani stanno affrontando la crisi è un segno di maturità e responsabilità, che il nostro Paese sta continuando a dare e di cui sono profondamente grato a tutti i cittadini per l'atteggiamento esemplare che stanno tenendo". Quanto alla speranza, ha concluso Monti, è la classe dirigente a dover fare di più: "E' una responsabilità che sento insieme ai miei colleghi di governo, alle forze politiche che lo sostengono e, in senso più ampio, alle amministrazioni, alle istituzioni e alle imprese". L'augurio del presidente del Consiglio è che l'Italia "sia capace di riprendere sempre di più una posizione centrale in Europa e torni ad essere un paese produttivo, capace di offrire lavoro e competitivo".
Monti: "E' stato evitato uno shock distruttivo" - Nella relazione che accompagna il Def, Monti scrive che la crisi "può avere un impatto duraturo e profondo sul potenziale di crescita dell'Italia, anche se è stato evitato uno shock distruttivo" grazie alle misure varate da novembre in poi. Per questo Monti dice che "non è possibile aspettare che la tempesta passi e la parentesi si chiuda". “Il cuore del problema italiano è come tornare a crescere. Non c'è ragione per accettare che l'Italia sia condannata ad avere una crescita sotto la media dell'Eurozona da oltre dieci anni". Crescita che non "tornerà fino al 2013". Tuttavia, Monti dice che "la crescita non può venire da stimoli espansivi della spesa pubblica" ma solo da miglioramenti nella produttività: "In poche parole, provando a inserire in un sistema ingessato più efficienza, più produttività e più competitività".
Disagio del lavoro tocca la metà delle famiglie - Il premier sottolinea comunque che "l'Italia ha messo in sicurezza i conti pubblici e avrà un avanzo primario del 3,9% nel 2013. E' uno sprint realizzato con lo sforzo collettivo di Parlamento, parti sociali, parte produttiva del Paese oltreché dal Governo. Ma molto resta da fare". In particolare, il disagio occupazionale tocca direttamente e indirettamente quasi la metà delle famiglie italiane" e il "prossimo anno deve essere per l'Italia un anno di profonda trasformazione, in continuità con quanto già avviato nei mesi passati". Per Monti, è necessario "agire con determinazione per completare la sequenza di riforme". E aggiunge: "Il nostro Paese investe ancora troppo poco in ricerca, ha un numero insufficiente di brevetti e perde troppi talenti per l'alto numero di giovani che emigrano all'estero".
"Nella sofferenza l'Italia sta dando una prova esemplare" - Della crisi e della situazione del nostro Paese, il premier aveva parlato anche nella mattina del 18 aprile, durante la celebrazione dei Collari d’Oro al Coni. "L'Italia sta dando nella grande sofferenza una prova esemplare" ha detto Mario Monti sottolineando come da una parte, di fronte alle sconfitte, serva la "consapevolezza" delle ragioni che le hanno determinate, e dall'altra la speranza. "Consapevolezza e speranza che per analogia estenderei al Paese". "La consapevolezza con cui gli italiani stanno affrontando la crisi è un segno di maturità e responsabilità, che il nostro Paese sta continuando a dare e di cui sono profondamente grato a tutti i cittadini per l'atteggiamento esemplare che stanno tenendo". Quanto alla speranza, ha concluso Monti, è la classe dirigente a dover fare di più: "E' una responsabilità che sento insieme ai miei colleghi di governo, alle forze politiche che lo sostengono e, in senso più ampio, alle amministrazioni, alle istituzioni e alle imprese". L'augurio del presidente del Consiglio è che l'Italia "sia capace di riprendere sempre di più una posizione centrale in Europa e torni ad essere un paese produttivo, capace di offrire lavoro e competitivo".