Lega, Rosi Mauro: "Non mi dimetto, mai preso un euro"

Politica
Roberto Maroni

La vicepresidente del Senato smentisce le voci su un suo passo indietro: "Non vedo perché dovrei lasciare". A Bergamo è tutto pronto per il raduno leghista. Dal palco parleranno solo Roberto Maroni e Umberto Bossi

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"Non mi dimetto, non vedo perché dovrei farlo". A qualche ora di distanza dall'inizio della festa dell'orgoglio leghista a Bergamo, la vicepresidente del Senato Rosi Mauro smentisce le voci circolate nella giornata di martedì 10 aprile su un suo presunto passo indietro. L'esponente leghista finita al centro dello scandalo che si è abbattuto sul Carroccio, dallo studio di Porta a Porta afferma dunque di non voler lasciare la vicepresidenza di palazzo Madama e ha assicurato di non aver mai preso soldi dal partito e di poterlo provare.
Scelta, questa, che non piace al triumviro del Carroccio. "Il comitato della Lega composto da Maroni, dalla Dal Lago e dal sottoscritto (Roberto Calderoli, ndr) le ha ufficialmente
sollecitato oggi le dimissioni" ha dichiarato l'ex ministro della Semplificazione.

Rosi Mauro: "Non mi dimetto" - "Non mi dimetto, per ora. Vorrei spiegare come stanno le cose, poi vedremo". E ancora: "Non vedo perché dovrei dimettermi. Ho il diritto di difendermi e per questo ho tutte le prove", ha detto la Mauro, precisando che nei suoi confronti "è in corso un processo mediatico senza precedenti".
Dalle indagini sull'ex tesoriere della Lega Francesco Belsito sarebbe emerso che la vicepresidente del Senato - che non risulta indagata - avrebbe attinto alle casse del partito a fini personali. "Dalla lega Nord non ho mai preso un euro ma ci sono state donazioni annuali del partito al sindacato, tutte effettuate con bonifico e verificabili", ha precisato la Mauro, che è anche segretario del sindacato padano Sin.Pa. La senatrice ha spiegato che nel 2009 il sindacato ha ricevuto circa 60mila euro, e circa 101mila sia nel 2010 che nel
2011.

Le dimissioni del segretario di Varese - Continuano nel frattempo le dimissioni di persone considerate vicine a Umberto Bossi all'interno del Carroccio. Martedì 10 aprile è stato il segretario provinciale della Lega Nord di Varese, Maurilio Canton, a presentare le sue dimissioni alla segreteria del partito. "Mi è sembrato giusto farlo - ha spiegato Canton - perché in questa situazione il movimento deve essere sereno. Io ho sempre cercato di dare equilibrio e cerco di garantirlo anche adesso". Nei giorni scorsi, infatti, dopo lo scandalo giudiziario che ha colpito il Carroccio, contro Canton era stata presentata dai maroniani una richiesta di sfiducia. Il segretario ha così deciso di fare un passo indietro per evitare di arrivare a uno scontro.
Canton era stato nominato lo scorso ottobre nel corso di un congresso provinciale particolarmente teso e caotico. In quella occasione i maroniani avevano denunciato che la sua elezione fosse stata imposta dall'alto.

Maroni: "Primo atto delle pulizie" - E dopo l'annuncio fatto domenica 8, Renzo Bossi ha formalizzato la sua decisione di dimettersi, presentandosi alla sede della Regione Lombardia e facendo protocollare la richiesta. Un passo indietro per  'tutelare' il partito anche se il figlio del Senatur non risulta indagato. Nel prossimo Consiglio regionale, in programma il 17 aprile prossimo, ci sarà la presa d'atto delle dimissioni di Bossi.
"Lui si è dimesso da segretario della Lega Nord per lasciare la giusta libertà di difesa. Io mi dimetto da consigliere regionale per evitare di prestare il fianco a nuovi e infondati attacchi". E' questo un passaggio della lettera ai militanti scritta da Renzo Bossi e pubblicata da Bresciaoggi.
"Primo atto delle pulizie di primavera, ma non basta di certo. Adesso avanti  tutta!" ha commentato su Facebook Roberto Maroni. Il pressing del partito si sposta ora su Rosi Mauro, la vicepresidente del Senato a cui non solo il Carroccio ha chiesto un passo indietro.
Dopo una serie di rumors, secondo cui la Mauro si sarebbe dimessa entro la giornata di martedì 10 aprile, è stat la stessa esponente leghista a smentire voci su un suo presunto passo indietro: "Non vedo perché dovrei dimettermi", ha detto.

La Tanzania rifiutò i soldi di Belsito - Sul fronte giudiziario, dovrebbero incontrarsi invece a Milano i magistrati delle procure del capoluogo lombardo, Reggio Calabria e Napoli che indagano per truffa, appropriazione indebita e riciclaggio in altrettante inchieste che hanno travolto la Lega e costretto alle dimissioni in primis l'ex-tesoriere Francesco Belsito. E proprio dagli ambienti giudiziari emerge che la banca tanzanese che ricevette i quattro milioni e mezzo di investimenti promossi dall'ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito, rifiutò la somma, probabilmente  insospettita dal carattere informale dell'operazione, forse  'spaventata' dalle notizie di cronaca. A parlare dei flussi di denaro sarebbe stato, in  particolare, il promotore finanziario Paolo Scala. Quelle somme, ritengono gli inquirenti, sarebbero rientrate nei giorni scorsi sui  conti italiani della Lega. E un rientro consistente sarebbero avvenuto anche da Cipro, dove le operazioni finanziarie di Belsito avevano  portato a un deposito di 1,2 milioni di euro: di questi 850 mila euro sarebbero rientrati in Italia.

I video dell'autista di Renzo Bossi
- I magistrati milanesi intanto hanno acquisito negli uffici di Rcs il video girato dall'autista e guardia del corpo di Renzo Bossi, Alessandro Marmello. Nelle immagini filmate all'insaputa del figlio di Umberto Bossi e pubblicate dal settimanale Oggi si vedono passaggi di denaro dallo stesso Marmello all'ormai ex consigliere regionale della Lombardia all'interno di un'auto. "Ho girato questi video per cautelarmi - ha spiegato Marmello - Avevo paura di finire io nel tritacarne. Ho anche provato a parlare con Renzo ma dovevo stare zitto: lui mi schiacciava psicologicamente".

Aperto fascicolo a Genova
- Dopo quelle di Milano, Napoli e Reggio Calabria, anche la procura di Genova ha aperto un'inchiesta sulla Lega Nord. Lo ha confermato il procuratore capo, Michele Di Lecce, precisando che a Genova è stato aperto un fascicolo contro ignoti sulla base dell' informativa dei carabinieri del Noe circa il presunto versamento di 40mila euro la parte dell'ex tesoriere del partito, Francesco Belsito, al segretario regionale ligure della Lega Francesco Bruzzone.

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