Un anno dopo lo strappo con Berlusconi e il Pdl, il presidente della Camera torna alla Festa del Tricolore: “I fatti ci hanno dato ragione, rifarei tutto, il berlusconismo è giunto al termine”. E critica la manovra fatta “per un club di milionari”
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Un anno dopo Mirabello, un anno dopo lo strappo con il Pdl di Berlusconi, Gianfranco Fini torna alla Festa del Tricolore ed ha buon gioco a dire, davanti al suo popolo, che "i fatti ci hanno dato ragione. Rifarei quello che ho fatto. Il berlusconismo è giunto al termine". E anche se non c'è alcuna certezza sui tempi sulla "fine del regno" è certo ormai che "l'Italia ha bisogno di nuovo governo e di un nuovo premier. Di un capo del governo che non dica 'resistere, resistere, resistere' ma che 24 ore su 4 pensi a 'governare, governare governare".
Fli non auspica "alcun tipo di ribaltone, il Pdl - ragiona Fini - ha il diritto di governare. Ma il Pdl ha anche il dovere di accorgersi che non può difendere a oltranza l'indifendibile, rinchiudersi nel bunker aspettando che passi la nottata". Serve una nuova svolta, un nuovo assetto e per favorirlo "noi ci assumeremo le nostra quota di responsabilità, ma non entrando nel governo". Quello, spiega il leader dei futuristi "avremmo potuto farlo" anche prima, ora c'è bisogno di impegnarsi perché "l'Italia merita molto di più nel mondo" delle "squallide storie" che oggi la rappresentano. E anche l'elettorato di centrodestra merita di più: merita, come tutti gli italiani, un governo capace di rafforzare la coesione nazionale, di misure fatte non per un "club di milionari", come quelle contenute in una manovra, ma per le famiglie, per la gente che lavora.
"Il sentimento di delusione che c'è in tanti elettori del Pdl, che ormai raccoglie nei sondaggi meno consensi che Forza Italia da sola, non è solo perché le tasse che si era promesso di diminuire sono aumentate. Il motivo più profondo è che non si possono mettere alla berlina certi valori". Tra la gente "c'è desiderio di alternativa, di cambiamento" e, ripete Fini, ora "l'alternativa va costruita sapendo che è fallita la rivoluzione che Berlusconi aveva predicato". Per questo, avverte Fini; occorre "creare un punto di riferimento per quanti non accettano che il bipolarismo sia un'ordalia tra chi sta con o contro Berlusconi"; per questo il Terzo Polo deve candidarsi a diventare forza di governo, "giocare all'attacco e non di rimessa".
Lui è pronto a fare la sua parte, ad impegnarsi di più a fianco del partito: per farlo, però, non abbandonerà il suo ruolo di Presidente della Camera. E' un fatto di responsabilità, soprattutto ora che c'è da approvare in fretta la manovra che, alla sua quarta versione "è più degna di Fregoli che di chi ha a cuore l'interesse generale". La base glielo chiede ed anche il suo braccio destro, Italo Bocchino, lo esorta ad una presa di responsabilità diretta: "Abbiamo costruito una grande macchina che ora ti chiede di metterti al comando e andare dritti al traguardo". Ed anche Granata commenta: ora Fini "senza se e senza ma, deve mettersi alla testa del progetto politico di rinascita della nazione. E farlo a mani libere e senza vincoli istituzionali, appena la situazione gravissima interna e internazionale lo consentirà”.
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Fli non auspica "alcun tipo di ribaltone, il Pdl - ragiona Fini - ha il diritto di governare. Ma il Pdl ha anche il dovere di accorgersi che non può difendere a oltranza l'indifendibile, rinchiudersi nel bunker aspettando che passi la nottata". Serve una nuova svolta, un nuovo assetto e per favorirlo "noi ci assumeremo le nostra quota di responsabilità, ma non entrando nel governo". Quello, spiega il leader dei futuristi "avremmo potuto farlo" anche prima, ora c'è bisogno di impegnarsi perché "l'Italia merita molto di più nel mondo" delle "squallide storie" che oggi la rappresentano. E anche l'elettorato di centrodestra merita di più: merita, come tutti gli italiani, un governo capace di rafforzare la coesione nazionale, di misure fatte non per un "club di milionari", come quelle contenute in una manovra, ma per le famiglie, per la gente che lavora.
"Il sentimento di delusione che c'è in tanti elettori del Pdl, che ormai raccoglie nei sondaggi meno consensi che Forza Italia da sola, non è solo perché le tasse che si era promesso di diminuire sono aumentate. Il motivo più profondo è che non si possono mettere alla berlina certi valori". Tra la gente "c'è desiderio di alternativa, di cambiamento" e, ripete Fini, ora "l'alternativa va costruita sapendo che è fallita la rivoluzione che Berlusconi aveva predicato". Per questo, avverte Fini; occorre "creare un punto di riferimento per quanti non accettano che il bipolarismo sia un'ordalia tra chi sta con o contro Berlusconi"; per questo il Terzo Polo deve candidarsi a diventare forza di governo, "giocare all'attacco e non di rimessa".
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