Manovra, il lodo Mondadori imbarazza anche la maggioranza

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La norma, che potrebbe bloccare il risarcimento a Cir da parte di Fininvest, solleva perplessità anche tra diversi ministri. Ghedini e Alfano: "Non ne sappiamo niente". Bersani: un insulto al Parlamento. Intanto, Tremonti annulla la conferenza stampa

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Conferenza stampa rinviata. A un'ora dall'inizio della presentazione della manovra economica, il ministro del Tesoro Giulio Tremonti annuncia lo slittamento dell'impegno. A quanto pare, il titolare del Dicastero avrebbe avuto problemi a causa del maltempo che imperversa su Roma.
Ma c'è chi si domanda se questa decisione non sia in qualche modo collegata al comma sul Lodo Mondadori presente tra le pagine della manovra.
Intanto, Giorgio Napolitano risponde con un secco no comment ai giornalisti che gli chiedono commenti sul provvedimento: "Non dico nulla. Sulla manovra, quando sarà il momento, conoscerete le nostre determinazioni".

Il Lodo Mondadori che imbarazza la maggioranza - "Piuttosto che pagare De Benedetti quei soldi li do in beneficienza". Sarebbe stata questa la reazione (e la giustificazione) del premier all'inserimento all'interno della manovra di una norma che già è stata battezzata "ad azeindam". "Sei righe che - come scrive il Corriere della Sera - modificando gli articoli 283 e 373 del codice di procedura civile, possono influire sul processo congelando il pagamento immediato della multa di 750 milioni: la somma che Fininvest, condannata due anni fa in primo grado dal Tribunale di Milano, deve alla Cir di Carlo De Benedetti".
La norma potrebbe essere approvata a giorni, e a giorni dovrebbe arrivare la sentenza di appello della controversia tra i due imprenditori.

Lo stupore dei ministri - L'inserimento del testo non lascia "basiti" solo i giuristi (tra cui il docente Cesare Cavallini della Bocconi). Ma - stando alle ricostruzioni dei quotidiani - rende perplessi anche diversi ministri. Sempre secondo quanto riferisce il quotidiano diretto da Ferruccio De Bortoli, diversi esponenti del governo avrebbe detto che "è veramente incredibile che qualcuno abbia pensato che potesse passare inosservata, che non scoppiasse l'ennesimo scandalo; visto che si tratta di un principio giuridico sacrosanto, e comunque difendibile con tanti argomenti, anche di prevenzione penale, bastava che qualcuno consigliasse a Berlusconi di rivendicarla apertamente".

Alfano e Ghedini si tirano indietro - Anche il neosegretario del Pdl Alfano si dice estraneo alla formulazione del testo e - ai cronisti del Sole 24 ore - fa rispondere dal suo entourage di non essersi occupato della manovra. Si tira fuori pure il legale e deputato del premier Niccolò Ghedini: "Non ne so niente. Mi hanno detto che è stata inserita per evitare che la Pubblica amministrazione, condannata in primo o secondo grado, sia costretta a pagare somme che, se poi la Cassazione annulla la condanna, non le vengono quasi mai restituite".

"Napolitano pronto a cancellare la norma" - E mentre l'opposizione - con Bersani e Di Pietro in testa - parla dell'"ennesimo scandalo ad personam", Repubblica (quotidiano di proprietà dello stesso De Benedetti) riferisce in un retroscena che "Napolitano la norma contestata avrebbe già deciso di cancellarla dal decreto" e che il ministro dell'Economia Tremonti avrebbe tentato di opporsi con ogni mezzo all'inserimento di quel testo nel provvedimento.

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