Bossi: sui sottosegretari Napolitano ha ragione

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La questione delle nuove nomine è al centro del dibattito politico. In una nota congiunta, i presidenti delle Camere Schifani e Fini rispondono all'invito del Colle, che ha chiesto una verifica parlamentare. Calderoli: nessun timore

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Una verifica parlamentare dopo la nomina dei nuovi sottosegretari? "Napolitano ha ragione, mi scuso".
Dietrofront di Umberto Bossi che, venerdì 6 maggio aveva espresso perplessità su un passaggio in Aula dopo l'ingresso nel governo di 9 nuovi esponenti, come richiesto dal presidente della Repubblica. "Napolitano ha fatto presa sul fatto che qualcuno di quelli
che sono diventati sottosegretari, a suo tempo, ha votato contro la fiducia al governo", ha affermato il leader leghista parlando con i giornalisti, a Gallarate da dove è tornato per
sostenere la candidata del Carroccio, Giovanna Bianca Clerici, che corre contro il Pdl
.

Nessun timore in caso di verifica sulla fiducia anche per il ministro Calderoli, che ha dichiarato: "Quando si ha una squadra vincente si affronta la partita senza timori e, oltretutto, certe cose non dovremmo neppure arrivare farcele chiedere dal presidente Napolitano...".

Il nodo nomine è dunque ancora al centro del dibattito politico. Sulla questione, infatti, si sono espressi anche i presidenti delle due Camere: ci riserviamo "di procedere alla convocazione delle rispettive conferenze dei capigruppo all' immediata ripresa dell'attività parlamentare".
Questa, in sintesi, la risposta del presidente del Senato Schifani e quello della Camera Fini il giorno dopo l'invito di Napolitano dopo l'ingresso di nove sottosegretari provenienti da nuovi gruppi parlamentari.
Alla ripresa dei lavori in Aula (e quindi dopo le elezioni amministrative) i due presidenti dei rami del parlamento convocheranno dunque la riunione dei capigruppo per decidere se e come ottemperare all'invio del Quirinale.

La replica di Fini e Schifani arriva dopo il  braccio di ferro fra Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi. Se venerdì 7 maggio il presidente della Repubblica aveva chiesto infatti una verifica parlamentare dopo l'ingresso di nove sottosegretari il capo del governo, tramite una nota dei capigruppo Pdl, aveva replicato che l'esecutivo ha già ottenuto diversi voti di fiducia e che la rimodulazione della squadra è avvenuta nel pieno rispetto delle prerogative di Camere e capo dello Stato.
Posizioni diametralmente opposte che rivelano come la temperatura con il Quirinale sia tornata alta anche se in ambienti di governo si spiega che non c'è nessuna intenzione di alimentare contrapposizioni ma solo di chiarire lo stato dell'arte e un punto fermo: l'esecutivo, con l'attuale maggioranza, ha già passato una verifica parlamentare con la fiducia del 14 dicembre e con successive fiducie che non lasciano ombra di dubbio sulla pienezza delle funzioni dell'attuale squadra.

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