Il vicepresidente del Csm a SkyTG24: “Adesso vogliono chiamarlo processo europeo? L’Europa chiede di fare i processi in tempi ragionevoli. Ma di farli. Qui non c’è niente di tutto questo”. Intanto in Aula proseguono serrati i lavori per approvare il testo
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“Non chiamiamolo più processo breve, perché questa in altri ambiti si chiamerebbe pubblicità ingannevole”. Il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, spiega a SkyTG24 cosa ne pensa del provvedimento tanto voluto dalla maggioranza: “Lo vogliono chiamare processo europeo? Siamo sempre nell’ambito della pubblicità ingannevole. Qui non c’è nessuna soluzione di abbreviazione del processo né quello che l’Europa ci chiede, cioè di fare processi in tempo ragionevole, ma di farli. Fare un processo vuol dire arrivare a una decisione, cioè a una sentenza, non far morire il reato per il decorso del tempo. La prescrizione è un istituto per cui dopo un lungo periodo di tempo lo Stato ritiene di poter rinunciare alla sua pretesa punitiva. Ma appunto deve trattarsi di un periodo lungo. Se questo è un periodo breve si finisce per rinunciare alla pretesa punitiva e questo quando capita per reati gravi, come la pedofilia o la corruzione, solo perché l’autore è incensurato provoca certamente forti perplessità”.
Intanto in parlamento continua il tour de force. Dopo la giornata febbrile vissuta mercoledì, anche per giovedì i lavori in Aula proseguiranno. Nonostante il lavoro dello stato maggiore del Pdl per reclutare nuove forze continui a dare i suoi frutti, la maggioranza, per essere effettivamente tale, ha infatti ancora la necessità di chiamare a raccolta tutti i parlamentari, ministri compresi. E infatti il governo giovedì ha convocato il Cdm durante la pausa pranzo, per consentire anche ai ministri di essere in Aula.
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