"No alla guerra in Libia", l'urlo sul Web dei berlusconiani

Politica
Una foto di Silvio Berlusconi insieme al leader libico Gheddafi
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Sul forum dei sostenitori del Pdl prevale il dissenso alla linea del governo. Al contrario, la posizione pro-intervento sembra reggere tra gli elettori Pd. Così saltano gli schemi classici e si spaccano anche gli elettori di Vendola. LO SPECIALE

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“Che Berlusconi stia alla larga dalla Libia!”. Potrebbe suonare come uno slogan da sinistra pacifista, da sventolare in piazza, nelle manifestazioni contro la guerra appena iniziata. E invece no. E’ la perfetta sintesi dei messaggi che in queste ore gli elettori del Pdl mandano al loro leader attraverso il Web. Proprio mentre gli elettori del Pd fanno arrivare a Bersani il loro sostegno alla sua linea pro-intervento. E così gli schemi classici si rompono. I ruoli si invertono. La destra di governo, con la Lega al gran completo e parte del mondo Pdl (guarda il video in alto), mostra il suo volto pacifista. Mentre la sinistra d’opposizione abbraccia la ‘realpolitik’ e, con il sostegno della sua base, dice sì alla guerra.

Le “colombe” berlusconiane si sfogano su Spazio Azzurro, il forum degli elettori tradizionalmente più vicini al Cavaliere. Lì dove ti aspetteresti di leggere il sostegno più granitico alla linea del governo, compare invece una lunga sequela di messaggi “contro”: “No all’intervento in Libia! Non per vigliaccheria, ma almeno per coerenza!”; “Saranno affaracci loro interni, o no? Anche in Yemen e Arabia sparano sul popolo, interveniamo pure là?”; “Ma che vi ha fatto Gheddafi? Ci da gas, petrolio, combatte il terrorismo e i clandestini: ma che volete?”. In tanti, insomma, sembrano voler tornare ai tempi dell'amicizia del Cavaliere con il rais di Tripoli. Altri, semplicemente invitano "Silvio” a fare due conti: “L’appoggio all’Onu ci costerà una valanga di soldi, di mezzi e speriamo non di vite umane. Perché dobbiamo pagare noi?”.

Del resto neanche un giornale vicino al governo come Libero, lesina perplessità. E in un editoriale del direttore, Maurizio Belpietro, si legge: “Perché diavolo ci armiamo e partiamo? A dire il vero credo che nessuno lo sappia con precisione e l’unica spiegazione è che così qualcuno ha deciso e dunque tocca adeguarsi. Di sicuro qui da noi, che la Libia l’abbiamo a due passi, ci accodiamo mal volentieri”.

Per non parlare del “no” urlato da Bossi e dalla Lega anche su Internet. Dove i finiani, schierati invece per il sì, hanno buon gioco a pungolare “il non-governo” per le sue spaccature: “Ma non era Bossi quello con i 300mila, o 3 milioni , di fucili pronto a scatenare l'inferno per liberare il nord dalla ‘dittatura’? Da uno cosi , minimo minimo, ti saresti aspettato solidarietà per gli insorti”, scrive Isabella tra i commenti a un editoriale del blog Il Futurista.

E a sinistra? Anche qui, come tradizione, i “no” alla guerra si fanno sentire. Ma a sorpresa sembra reggere la posizione di sostegno all’intervento internazionale assunta dal Pd. E così a chi sulle bacheche Facebook si proclama contrario ai bombardamenti “senza se e senza ma”, arrivano repliche al vetriolo: “'Voi 'pacifinti' non fareste nulla, sempre a favore dei prepotenti e dei regimi mai con le democrazie”, “Le posizioni ‘contro’ in maniera pregiudiziale non aiutano nessuno. Un regime brutale sta massacrando il suo popolo e le sue aspirazioni di libertà. Dovremmo lasciarglielo fare?”.

E quando Nichi Vendola con Sinistra e libertà chiede il cessate il fuoco, i lettori della sua pagina Facebook si spaccano duramente. Da una parte chi saluta con favore il ritorno del presidente pugliese al pacifismo duro e puro ("Non ci deludi mai"). Dall'altro chi, da sinistra, boccia la presa di posizione come "propagandistica" e scrive: "Caro Nichi, anche io sono contro le guerre. Ma Gheddafi non è che ti ascolta se gli chiedi di fermare le bombe". "Tu fino a ieri non eri a favore dell'intervento?", chiedono infine a Vendola alcuni elettori, che segnalano a gran voce la "frenata" rispetto alla posizione assunta in un primo momento dal governatore.

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