Il ministro dei Giovani a SkyTG24: "Non possiamo calare lo scudo in un parlamento di nominati". E sulla riforma della giustizia, attesa giovedì in Consiglio dei ministri, dice: “Vedremo le carte”. GUARDA L'INTERVISTA
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"Non credo che il ritorno dell'immunità parlamentare sia un tema nelle carte che vedremo giovedì in Consiglio dei ministri". Giorgia Meloni, nell'intervista a SkyTG24, si dice contraria alla reintroduzione dello scudo parlamentare.
"E' un tema sul quale è legittimo discutere, ma il ripristino dell'immunità non può prescindere dalla modifica della legge elettorale", ha spiegato il ministro dei Giovani. "Non possiamo calare l'immunità in un arlamento di nominati, se invece ripristiniamo la scelta dei cittadini è un'altra cosa", ha aggiunto.
Più in generale, sulla riforma della giustizia attesa in Cdm per giovedì prossimo, la Meloni ha detto: "Vedremo le carte, la questione è complessa. Un tema come la separazione delle carriere mi sento di sostenerlo. Altre questioni sono da vedere più a fondo, come la discrezionalità dell'azione penale". "Comunque - continua- è sbagliata l'idea di un governo che passa le giornate a occuparsi di giustizia. Se ne occupa il ministro Alfano, tutti gli altri si occupano di altro".
Il ministro dice poi di non avere alcun problema a confrontarsi con le istanze emerse dal movimento delle donne che ha organizzato la manifestazione dello scorso febbraio "Se non ora quando?" (l'8 marzo sono previste altre iniziative).
"Al di là delle manifestazioni contano gli strumenti che si mettono a disposizione delle donne, e questo governo Berlusconi è quello che ha dato più risposte di tutti", ha sottolineato.
"Noi non dobbiamo prestarci a una patetica guerra tra donne, ma non è che i milioni di donne che non sono scese in piazza il 13 febbraio non vogliono essere giudicate per il merito", ha proseguito Meloni che ha anche parlato dell'assenza di Daniela Santanchè alla manifestazione delle donne del Pdl di ieri a Roma e delle voci che fosse una assenza polemica: "Non commento i 'qualcuno dice', ci si fanno camminare i treni. Ognuno fa politica come crede, verrà giudicato dal popolo".
Il ministro ha anche puntato il dito sulla sinistra: "Se citassi tutti gli insulti che dobbiamo subire ogni giorno senza che dall'altra parte arrivi una parola faremo notte. E' sull'incapacità della sinistra di esprimere solidarietà che questa battaglie perdono credibilità".
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