Per il ministro dell'Istruzione con il voto del 14 dicembre "è stata smentita la caduta del bipolarismo" e sono stati respinti i "progetti di delegittimazione del governo". E sui disordini di Roma dice: "Serve una condanna unanime". GUARDA L'INTERVISTA
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Il "berlusconismo non è finito". Questa l'analisi del ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, all'indomani del voto sulla mozione di sfiducia del governo,respinta a Montecitorio per soli tre voti. Secondo la Gelmini, col voto del 14 dicembre inoltre "è stata smentita la caduta del bipolarismo" e sono stati respinti i "progetti di delegittimazione del governo".
Il ministro ha anche commentato gli scontri che nella Capitale sono seguiti al voto, terminati con una quarantina di fermati e oltre 100 feriti: "I protagonisti degli scontri non erano certo studenti o ricercatori. Il voto sulla mozione della sfiducia è diventato un pretesto per le fronde estremiste. Su questo non ci può essere divisione politica, serve una condanna unanime - ha detto - non ci possono essere giustificazioni".
Maria Stella Gelmini è inoltre intervenuta sulla riforma dell'Università approvata alla Camera. "La legge è pienamente finanziata - ha detto - il sistema universitario si aspettava dal ministero dell'Economia circa 800 milioni di euro. E invece è arrivato un miliardo di euro che contiene tra l'altro una modalità innovativa di finanziamento dell'università rappresentato dai voucher all'impresa".
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