Dal Senato arriva l'ok definitivo alla finanziaria: è legge
PoliticaPalazzo Madama dà il via libera in seconda lettura alla legge di stabilità 2011. Rispettati i tempi dettati dal Quirinale per un'approvazione rapida in vista del voto di fiducia del 14 dicembre ma anche in funzione delle richieste da parte dell’Europa
Il Senato ha approvato definitivamente in seconda lettura la legge di stabilità 2011 ed il bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013. La legge di stabilità è stata approvata con 161 voti favorevoli, 127 contrari e 5 astenuti. Il bilancio dello Stato è stato approvato con 161 voti favorevoli, 124 contrari e 5 astenuti.
Con il voto arrivato martedì 7 dicembre sono stati rispettati i tempi dettati dal Quirinale per un'approvazione rapida in vista del voto di fiducia del 14 dicembre ma anche in funzione delle richieste da parte dell'Unione europea circa i conti pubblici italiani. Questo uno dei motivi che ha visto il governo impegnato a impedire ogni modifica al testo del ddl stabilità licenziato dalla Camera e a chiedere il ritiro degli emendamenti presentati. La bocciatura degli emendamenti ha evitato un'ulteriore lettura della manovra, anche se - hanno più volte ripetuto dall'opposizione - ci sarebbero comunque stati tempi per un nuovo passaggio del testo alla Camera. Accolti dal governo alcuni ordini del giorno, tra questi quello che lo impegna ad aggiungere 300 milioni al fondo di 100 per il 5 per mille, quello per prorogare di un anno il termine per la regolarizzazione degli immobili non ancora accatastati e infine l’ordine del giorno che impegna a dotare le regioni di nuovi fondi per il trasporto pubblico.
Con il voto arrivato martedì 7 dicembre sono stati rispettati i tempi dettati dal Quirinale per un'approvazione rapida in vista del voto di fiducia del 14 dicembre ma anche in funzione delle richieste da parte dell'Unione europea circa i conti pubblici italiani. Questo uno dei motivi che ha visto il governo impegnato a impedire ogni modifica al testo del ddl stabilità licenziato dalla Camera e a chiedere il ritiro degli emendamenti presentati. La bocciatura degli emendamenti ha evitato un'ulteriore lettura della manovra, anche se - hanno più volte ripetuto dall'opposizione - ci sarebbero comunque stati tempi per un nuovo passaggio del testo alla Camera. Accolti dal governo alcuni ordini del giorno, tra questi quello che lo impegna ad aggiungere 300 milioni al fondo di 100 per il 5 per mille, quello per prorogare di un anno il termine per la regolarizzazione degli immobili non ancora accatastati e infine l’ordine del giorno che impegna a dotare le regioni di nuovi fondi per il trasporto pubblico.