Onida come San Tommaso: se non mi candido... non credo

Politica
Valerio Onida è candidato insieme a Stefano Boeri, Giuliano Pisapia e Michele Sacerdoti nelle primarie del centrosinistra per diventare sindaco di Milano
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“Amo Milano”, dice il costituzionalista in corsa alla primarie del centrosinistra. L’età? “Qualcuno mi ha detto chi te l’ha fatto fare, io spero di aprire una via per i più giovani”. La ricetta: “Più feste in città”. LE FOTO E IL VIDEO-ESAME DI MILANESITÁ

Guarda la fotostory di Valerio Onida e leggi le cartoline che ha inviato tramite Sky.it ai milanesi. Scopri poi come se la sono cavata con l'esame di "milanesità" anche Stefano Boeri, Giuliano Pisapia e Michele Sacerdoti.

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di Daniele Troilo

“Sono come San Tommaso, se non tocco non credo”. Valerio Onida osserva il quadro sistemato nel suo studio, la riproduzione di una celebre opera di Caravaggio: l’Incredulità di San Tommaso, appunto. “Me l’ha regalato un amico che, conoscendomi, ha voluto prendermi un po’ in giro”, spiega con un mezzo sorriso. Forse bisogna partire proprio da questo dipinto per capire cosa ha spinto il professor Onida, 74 anni, presidente emerito della Corte Costituzionale e una carriera da incorniciare, ad accettare la sfida delle primarie. Il 14 novembre insieme a Boeri, Pisapia e Sacerdoti si gioca il posto per contendere al candidato del centrodestra la poltrona di Palazzo Marino, la più importante di Milano.

“Amo questa città – dice Onida circondato da centinaia di libri nel suo studio vicino a piazza della Conciliazione – sono nato qui e non cambierei Milano con nessun altro posto”. La sua storia comincia nel 1930 quando i genitori, papà sardo e mamma siciliana, si conoscono e vengono a vivere a Milano. Valerio Onida nasce sei anni più tardi, frequenta le scuole pubbliche, università compresa, senza passare inosservato. Comincia così la sua scalata che lo porta nel 1996 alla Corte Costituzionale, di cui diventerà presidente nel 2004. Ma le sue origini non le ha mai dimenticate. Chi lo conosce bene dice: “Quando ti parla non si piazza mai su un piedistallo, e questo perché su un piedistallo in vita sua non ci è mai salito”.

Ora ha scelto di rimettersi in gioco e di “metterci la faccia”, come recita il suo slogan. “La mia campagna elettorale è incentrata non tanto sui contenuti del programma (qui è possibile leggere il suo), visto che su questo punto non ci sono molte differenze tra noi candidati, ma semmai sul rapporto tra amministrazione e cittadini – chiosa Onida – Vorrei che la legalità non venisse solo vista come una generica adesione alle regole ma come un impegno dell’amministrazione a essere in prima linea”. Sì, ma nel dettaglio, a cosa si riferisce? “Dovevamo aspettare l’intervento della magistratura per scoprire che alla clinica Santa Rita (pochi giorni fa l'ex primario è stato condannato in primo grado a 15 anni, ndr) le cose non funzionavano bene? Ecco, io vorrei che l’amministrazione fosse più presente un po’ dappertutto. E deve cominciare a essere severissima soprattutto con se stessa. Solo così si può sperare di sconfiggere gli altri tipi di illegalità, a cominciare dalle mafie che a Milano fanno molti affari”.

Per qualcuno, però, 74 anni (gli stessi del premier, ndr) sono un po’ troppi per cominciare una carriera politica: “E’ vero, dicono che sono un po’ vecchio – spiega – Se ho deciso di lanciarmi in questa avventura è perché ho sentito intorno a me persone, molti giovani, contrarie all’attuale situazione politico-partitica e che hanno visto nella mia candidatura una nuova via. Io spero di essere riuscito ad aprire questo canale, nel quale persone più giovani e più motivate di me possano inaugurare un nuovo modo di fare politica. È chiaro che alla mia età non c’è nessuna ambizione, e qualcuno mi ha anche detto chi te l’ha fatto fare, ma io appartengo a una generazione che ha creduto a una politica vera. Spero di essere riuscito ad aprire una breccia”.

Appassionato di musica classica e amante dei libri e dei viaggi (“l’11 settembre 2001 ero con mia moglie su un aereo diretto a New York, dove ovviamente non è atterrato”), dal 2005 Onida è anche volontario nel carcere di Bollate, dove va ogni sabato mattina insieme ad alcuni colleghi “per dare assistenza e qualche informazione in più ai detenuti”. Ha cinque figli, nessuno dei quali ha seguito le orme del padre: “Forse non apprezzavano molto la mia professione. Ma va benissimo così”, scherza lui. Il suo programma punta tutto sulla legalità, ma è ancora un cantiere aperto, "nel senso che aspettiamo i contributi e le idee dei cittadini". Nella sua squadra ci sono anche Benedetta Tobagi, la figlia del giornalista ucciso dalla Br, e Umberto Ambrosoli, figlio dell'avvocato, liquidatore delle banche di Michele Sindona, assassinato dalla mafia. Non ci sono invece partiti che ufficialmente appoggiano Onida, che anzi ha accusato il Pd di falsare le primarie sostenendo apertamente Boeri. Della Milano della sua infanzia ecco la cosa che rimpiange di più: “Negli anni Cinquanta era una città accogliente con gli immigrati, all’epoca soprattutto meridionali. Si diceva che Milano era più aperta rispetto ad altre città del nord come Torino. Oggi possiamo ancora dire lo stesso? No, credo di no. È diventata una città che non sa più integrare, mentre io vorrei che aprisse di più le sue porte, favorisse la conoscenza reciproca”. In che modo? “Organizzando qualche festa in più, tanto per stare insieme”.

CARTA D'IDENTITA'

Nome: Valerio
Cognome: Onida
Nato a: Milano
Età: 74 anni
Stato civile: sposato
Figli: 5 (4 maschi e 1 femmina)
Professione: giurista, docente alla Statale
Segni particolari: amante della legalità
Sito web: www.milanonida.it
Facebook: più di 1000 "amici"

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