“Non lo voglio”: la rete contro il libro del governo

Politica
Il gruppo Facebook dedicato all'iniziativa
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Si moltiplicano sul web le petizioni per “rispedire al mittente” il volume che illustra quanto fatto dall’esecutivo finora. E non mancano le campagne per riciclare il pamphlet che, sottolineano dal Pdl, non è stato pagato con i soldi pubblici

di Carola Frediani

Il tam tam viaggia in modo sommesso attraverso le mail. “Ricevo e inoltro”, sono di solito le prime righe del messaggio. E il soggetto non lascia a dubbi: “Non voglio il libro Due anni di governo”. In sostanza si tratta dell'invito ad andare sul sito del Governo italiano, nella pagina dedicata alle domande da parte degli utenti, e di copia-incollare la richiesta di non ricevere per posta il libro sugli ultimi due anni di attività dell'esecutivo annunciato alcuni giorni fa dallo stesso premier Berlusconi in una conferenza stampa a Palazzo Chigi.

“Con riferimento all'annuncio del Presidente del Consiglio On. Silvio Berlusconi di inviare ad ogni famiglia italiana il libro "Due anni di governo", mi preme comunicarVi che non desidero assolutamente riceverlo, essendo un mio diritto in base al Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, Codice in materia di protezione dei dati personali”, recita il testo standard delle email. Che concludono consigliando di destinare i soldi risparmiati al Ministero della Sanità o dell'Istruzione.

Se insomma la nuova iniziativa editoriale del Presidente del Consiglio annunciata in pompa magna non ha impressionato i media, in Rete ha scatenato un putiferio. Con diverse azioni che mirano a rispedire al mittente, in senso letterale e figurato, le informazioni sui successi ottenuti dal governo contenute nel tomo patinato da 100 pagine. Sulla falsariga di questa email ci sono infatti anche petizioni online (“Riteniamo che, oltre all'inutilità dell'iniziativa, ci sia da considerare anche il danno ecologico derivante da uno spreco di carta che rimarrà inutilizzata e le relative emissioni di CO2 necessarie per produrla”, conclude con una sfumatura verde una di queste), e proposte di riscrivere il libro con toni tutt'altro che positivi (il sottotitolo “Le grandi riforme” diventa così “Le grandi riforme ad personam”).

L'invito a rifiutare preventivamente il volume presentato dal premier s'infiltra ovviamente anche su Facebook, dove “Io non voglio mi sia spedito il libro del Governo Berlusconi” è un evento che raccoglie più di 30mila partecipanti, e su siti che non trattano temi politici, come nei forum del sito tecnologico Hwupgrade.org e quello rosa di Alfemminile.com, o addirittura su Yahoo! Answers, la piattaforma online di domande e risposte generate dagli utenti.

Non può mancare per l'occasione anche l'intervento del Popolo Viola, che ha lanciato una campagna di riciclo del pamphlet. “Istituiremo dei punti fissi o gazebo ad hoc per ricevere le copie del libro che poi destineremo al riciclo della carta e per informare i cittadini con un opuscolo informativo dedicato ai provvedimenti varati dal Governo Berlusconi in questi due anni ed ai loro effetti disastrosi su informazione, giustizia, lavoro” si legge sul blog del movimento. E sullo stesso argomento ovviamente spunta pure una pagina su Facebook dove c'è chi organizza gruppi locali per la raccolta del libello.

Tra i quesiti più gettonati in rete c’è quello sul finanziamento dell’operazione. Almeno su questo  i contestatori possono stare tranquilli. Se pure, nonostante i dinieghi, riceveranno il tomo non dovranno temere che sia stato pagato con soldi pubblici e potranno gettarlo via con cuor più leggero. “Quest'iniziativa, che vuole essere un bilancio dell'attività di governo, non è a carico della Presidenza del Consiglio ma del Pdl”, ribadisce a Sky.it l'onorevole Antonio Palmieri, responsabile comunicazione del Pdl.

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