Il segretario Pd: "Sono irritato per come qualcuno ci descrive. Non abbiamo una linea opportunista". E in una lettera a Tremonti dice: "La riforma del Fisco è la più urgente"
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Rivendica al Pd il ruolo di "partito di governo momentaneamente all'opposizione" che "in quanto tale, non è un sindacato e non aderisce a manifestazioni sindacali", ma Pier Luigi Bersani, in un'intervista al quotidiano Repubblica, (guarda la rassegna stampa) manda anche un altro messaggio forte: "Sono irritato per come qualcuno ci descrive. Noi non siamo incerti, non abbiamo una linea opportunista. Chi lo dice non capisce un accidente".
Il tema del ragionamento è la linea seguita nei confronti della grande manifestazione Fiom. Il leader Pd invita a ricomporre le tensioni tra Cisl e Uil da una parte e Cgil dall'altra: "Proprio perché in giro c'è questo tipo di problema, ci sono questi toni e queste tensioni - dice riferendosi a "cartelli inaccettabili" visti sabato in piazza a Roma - bisogna fare in modo di raffreddare il clima".
"Il compito del partito è avere un progetto suo da portare ovunque e non misurare le distanze da un sindacato", ribadisce più volte Bersani che rimarca un'azione "per dare corpo all'alternativa con un progetto".
Al ministro Sacconi, intanto, Bersani rimprovera "una piega ormai mistica, pensa a un Paese che si è messo in testa solo lui". Una delle proposte ribadite da Bersani è "introdurre il salario minimo per chi è fuori dalla contrattazione nazionale" e "a parità di costo del lavoro, evitare che un'ora di lavoro precario costi meno di un'ora di lavoro stabile" perché "per battere i cinesi non possiamo diventare anche noi cinesi". E, avverte il leader Pd guardando al dibattito nel Pdl, "non possiamo aspettare che Tremonti apra il discorso solo perché si avvicinano le elezioni".
E proprio al ministro dell'Economia il segretario del Pd ha inviato oggi una lettera in cui scrive "la riforma del fisco è la più urgente" e allega le proposte di riforma fiscale approvate dall'Assemblea nazionale del partito riunitasi a Varese l'8 e 9 ottobre.
"Il dato saliente della crisi oggi - scrive Bersani - si chiama lavoro. Non avremo crescita senza uno stimolo alle attività economiche ed all'occupazione attraverso riforme incisive e coraggiose. La più urgente fra le riforme è quella fiscale: alleggerire impresa, lavoro e redditi familiari per stimolare investimenti, consumi ed occupazione e richiamare risorse da una lotta efficace all'evasione fiscale e dal contributo della rendita".
Rivendica al Pd il ruolo di "partito di governo momentaneamente all'opposizione" che "in quanto tale, non è un sindacato e non aderisce a manifestazioni sindacali", ma Pier Luigi Bersani, in un'intervista al quotidiano Repubblica, (guarda la rassegna stampa) manda anche un altro messaggio forte: "Sono irritato per come qualcuno ci descrive. Noi non siamo incerti, non abbiamo una linea opportunista. Chi lo dice non capisce un accidente".
Il tema del ragionamento è la linea seguita nei confronti della grande manifestazione Fiom. Il leader Pd invita a ricomporre le tensioni tra Cisl e Uil da una parte e Cgil dall'altra: "Proprio perché in giro c'è questo tipo di problema, ci sono questi toni e queste tensioni - dice riferendosi a "cartelli inaccettabili" visti sabato in piazza a Roma - bisogna fare in modo di raffreddare il clima".
"Il compito del partito è avere un progetto suo da portare ovunque e non misurare le distanze da un sindacato", ribadisce più volte Bersani che rimarca un'azione "per dare corpo all'alternativa con un progetto".
Al ministro Sacconi, intanto, Bersani rimprovera "una piega ormai mistica, pensa a un Paese che si è messo in testa solo lui". Una delle proposte ribadite da Bersani è "introdurre il salario minimo per chi è fuori dalla contrattazione nazionale" e "a parità di costo del lavoro, evitare che un'ora di lavoro precario costi meno di un'ora di lavoro stabile" perché "per battere i cinesi non possiamo diventare anche noi cinesi". E, avverte il leader Pd guardando al dibattito nel Pdl, "non possiamo aspettare che Tremonti apra il discorso solo perché si avvicinano le elezioni".
E proprio al ministro dell'Economia il segretario del Pd ha inviato oggi una lettera in cui scrive "la riforma del fisco è la più urgente" e allega le proposte di riforma fiscale approvate dall'Assemblea nazionale del partito riunitasi a Varese l'8 e 9 ottobre.
"Il dato saliente della crisi oggi - scrive Bersani - si chiama lavoro. Non avremo crescita senza uno stimolo alle attività economiche ed all'occupazione attraverso riforme incisive e coraggiose. La più urgente fra le riforme è quella fiscale: alleggerire impresa, lavoro e redditi familiari per stimolare investimenti, consumi ed occupazione e richiamare risorse da una lotta efficace all'evasione fiscale e dal contributo della rendita".