Sicilia, con l'aiuto del Pd nasce la giunta del terzo polo

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Il presidente della Regione Raffaele Lombardo ha presentato la sua quarta giunta in due anni. Sono tutti assessori tecnici ma riconducibili a Futuro e Libertà, Udc, Partito Democratico e Api. Escluso il Pdl che protesta: "E' ribaltone"

Tra le urla e gli insulti provenienti dai banchi del Pdl ("Ribaltonista!") col governatore a digrignare i denti che ribatteva "bravi...ma bravi non mi fermate col chiasso e la violenza", Raffaele Lombardo, dopo una lungo e teso confronto politico cominciato all'inizio dell'estate, ha dato vita al suo quarto governo in due anni.
Ne fanno parte 12 assessori, tutti tecnici, ma di chiara matrice politica. Solo mercoledì, a conclusione del dibattito parlamentare, si saprà in maniera ufficiale chi sosterrà la nuova giunta, ma i giochi sembrano ormai fatti.

Scorrendo i nomi degli assessori, letti in aula dal governatore, non è difficile stabilirne la connotazione politica. In quattro sono riconducibili direttamente a Lombardo e al suo Mpa: gli ex pm riconfermati Massimo Russo e Caterina Chinnici, l'avvocato Gaetano Armao e il docente universitario Elio D'Antrassi. Marco Venturi, Pier Carmelo Russo e Mario Centorrino, anche loro riconfermati, sono attribuibili al Pd, che avrebbe indicato anche il prefetto Giosuè Marino, new entry nella squadra di Lombardo.
In quota Udc di Casini c'è il professor Andrea Piraino, vicino all'Api di Rutelli viene indicato Sebastiano Messineo.

Seppure con qualche mal di pancia per via dell'esclusione di Nino Strano, non riconfermato sembra su pressione del Pd che non ha dimenticato il gesto dell'ex An che distribuiva mortadella mentre cadeva il governo Prodi, anche i finiani hanno scelto di proseguire a fianco di Lombardo: vicini a Fli vengono considerati gli assessori Gian Maria Sparma e Letizia Diliberti, entrambi dirigenti della Regione.

Provato, ma visibilmente soddisfatto, il governatore: "I miei amici all'Ars sono 50 (i deputati sono 89 ndr) - dice alla fine del monologo a - e voteranno sulla base di ciò che faremo di buono per la Sicilia. Ho formato un governo di tecnici, che non sono impegnati in politica, credo che sarà una buona giunta".

Di fronte ai parlamentari, Lombardo ha usato toni duri annunciando qualche punto del suo nuovo programma di riforma, che partirà da quella della Regione e dall'abolizione delle Province: "Io vado avanti così, non muto di un grado per convenienze, paure o vantaggi. So che ho scontentato e vado scontentando tanta gente; mi sono posto tanti interrogativi: mollo o assecondo le legittime e sacrosante esigenze di conquistare consensi o faccio il mio dovere di fronte ai siciliani?".

Sapendo che il suo sarà un percorso a ostacoli, il governatore ha lasciato più di una porta aperta agli alleati. "Sul programma sentirò tutti voi - ha sostenuto - se dovrò cambiare due o tre punti lo farò, ne cambierò anche cento se sarà necessario ma ovviamente non cambio la mia linea".

Ma rivolgendosi ai nuovi alleati è stato altrettanto netto: "Sarà un viaggio senza ritorno, se qualcuno ha delle riserve sulla compagnia sia chiaro, ci areneremo". Il percorso tracciato da Lombardo è quello dell'autonomia di fronte al "fallimento del bipolarismo" e all'atteggiamento dei "ribaltonisti", indicando gli ex alleati del Pdl. Ma proprio dal Pdl arriva subito la prima bocciatura.

"E' un ribaltone - sostiene il co-coordinatore regionale del Pdl, Giuseppe Castiglione - Questo governo è debole e non durerà molto". Critici anche il capogruppo dell'Udc, Rudy Maira, "da Lombardo frasi trite", e il commissario siciliano di Idv Fabio Giambrone, che attacca il Pd: "Avete tradito la volontà degli elettori". Ma il senatore del Pd, Beppe Lumia, non ha dubbi: "Abbiamo creato le condizioni per fare saltare il tappo del potere clientelare e affaristico-mafioso".

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