Lettera aperta ai belusconiani moderati sul webmagazine della fondazione vicina a Fini: "Può la rivoluzione liberale - si legge - avere il volto di Putin o essere appaltata alla Lega?"
Lettera aperta dalla fondazione Farefuturo, vicina al presidente della Camera, Gianfranco Fini, ai cosiddetti "berlusconiani moderati", definiti gli appartenenti al Pdl, "non custodi del culto berlusconiano, non pasdaran, non addetti al massacro del dissidente".
"Ve la ricordate - scrive Federico Brusadelli nel corsivo sul webmagazine della fondazione - la Rivoluzione liberale? Bei tempi. Ma adesso, siete così convinti, cari pidiellini 'moderati', che la Rivoluzione liberale (quella che guardava alla signora Thatcher e al presidente Reagan con ammirazione e con invidia) possa avere il volto di Vladimir Putin, e possa davvero consumarsi sotto il tendone di Gheddafi? Davvero credete che la Rivoluzione liberale possa essere cantata da Vittorio Feltri e dal suo Giornale? Davvero pensate che la Rivoluzione liberale possa affidarsi alle mani di Cosentino e di Verdini? E possa rispecchiarsi nel senatore Quagliariello che grida 'assassino' a Beppino Englaro e a chi ha mostrato solidarietà a un padre travolto da diciassette anni di dolore?".
"Siete sicuri - incalza - che la Rivoluzione liberale abbia poi tutto questo bisogno di chiamate alle armi, di incitamenti alla 'fedeltà  al capo', di squadre della libertà e di autodafè contro i 'traditori'? La Rivoluzione liberale è quella racchiusa nel documento del 29 luglio, con cui il Pdl espelle uno dei fondatori?".
Infine una stoccata alla Lega: "Davvero pensate – si legge - che la Rivoluzione liberale possa essere appaltata alla Lega Nord? A Umberto Bossi, Roberto Cota, Roberto Calderoli? Siete sicuri che la rivoluzione liberale sia fatta di medici e presidi spia, di respingimenti in mare, di conflitti con le Nazioni Unite, di schedature? E poi di 'culattoni!' e di maiali al guinzaglio? Davvero volete che le vostre idee e i vostri progetti (ma anche, soprattutto, i vostri seggi, parliamoci chiaro....) si tingano di verde padano?".
"Ci avete (ci abbiamo) provato, ci avete (ci abbiamo) creduto - conclude - la strada che doveva trasformare l'Italia e' cambiata, passo dopo passo, sotto i nostri occhi. Si è snaturata e da liberale è diventata populista (e leghista). Non c'è niente di male ad ammetterlo. E non c'è niente di male a provare a cambiare strada, per provare a ricominciare, per non tradire se stessi, quello in cui si è creduto. Ci sono nuovi percorsi possibili. Niente è sicuro nella vita. Ma vale la pena di provare, almeno. Un saluto e (speriamo) a presto".
"Ve la ricordate - scrive Federico Brusadelli nel corsivo sul webmagazine della fondazione - la Rivoluzione liberale? Bei tempi. Ma adesso, siete così convinti, cari pidiellini 'moderati', che la Rivoluzione liberale (quella che guardava alla signora Thatcher e al presidente Reagan con ammirazione e con invidia) possa avere il volto di Vladimir Putin, e possa davvero consumarsi sotto il tendone di Gheddafi? Davvero credete che la Rivoluzione liberale possa essere cantata da Vittorio Feltri e dal suo Giornale? Davvero pensate che la Rivoluzione liberale possa affidarsi alle mani di Cosentino e di Verdini? E possa rispecchiarsi nel senatore Quagliariello che grida 'assassino' a Beppino Englaro e a chi ha mostrato solidarietà a un padre travolto da diciassette anni di dolore?".
"Siete sicuri - incalza - che la Rivoluzione liberale abbia poi tutto questo bisogno di chiamate alle armi, di incitamenti alla 'fedeltà  al capo', di squadre della libertà e di autodafè contro i 'traditori'? La Rivoluzione liberale è quella racchiusa nel documento del 29 luglio, con cui il Pdl espelle uno dei fondatori?".
Infine una stoccata alla Lega: "Davvero pensate – si legge - che la Rivoluzione liberale possa essere appaltata alla Lega Nord? A Umberto Bossi, Roberto Cota, Roberto Calderoli? Siete sicuri che la rivoluzione liberale sia fatta di medici e presidi spia, di respingimenti in mare, di conflitti con le Nazioni Unite, di schedature? E poi di 'culattoni!' e di maiali al guinzaglio? Davvero volete che le vostre idee e i vostri progetti (ma anche, soprattutto, i vostri seggi, parliamoci chiaro....) si tingano di verde padano?".
"Ci avete (ci abbiamo) provato, ci avete (ci abbiamo) creduto - conclude - la strada che doveva trasformare l'Italia e' cambiata, passo dopo passo, sotto i nostri occhi. Si è snaturata e da liberale è diventata populista (e leghista). Non c'è niente di male ad ammetterlo. E non c'è niente di male a provare a cambiare strada, per provare a ricominciare, per non tradire se stessi, quello in cui si è creduto. Ci sono nuovi percorsi possibili. Niente è sicuro nella vita. Ma vale la pena di provare, almeno. Un saluto e (speriamo) a presto".