Secondo Luca Zaia i cinque punti non servono a niente e bisogna andare al voto. Ma Fabrizio Cicchitto richiama l'alleato a rispettare la lealtà in Parlamento
Fini, Berlusconi e il Pdl. LE FOTO
Pdl, c’eravamo tanto amati. IL VIDEO
La Lega non sembra avere molta fiducia nei cinque punti prospettati da Berlusconi e torna a invocare il ritorno alle urne, possibilmente prima dell'inverno, e lo fa per bocca di Luca Zaia che, in un'intervista a Repubblica, sostiene che "il voto anticipato, a novembre o dicembre, a questo punto mi sembra inevitabile". Secondo il governatore del Veneto "questa è la cronaca di una morte annunciata". "Bisogna essere pragmatici e capire bene quello che succederà. Ormai - aggiunge l'esponente leghista - i programmi non servono più a niente a Roma come nelle amministrazioni locali. Sono solo un elenco di titoli sui quali si trova sempre l'accordo, ultragenerico, di tutti. I problemi cominciano dopo, quando i programmi devono essere trasformati in provvedimenti di legge".
"Se adesso andiamo in Parlamento con questi benedetti cinque punti, sarà inevitabile che il giorno dopo averli votati qualcuno riapra il solito circo. Noi - sottolinea Zaia - saremo premiati per la nostra coerenza, mentre loro sconteranno gli effetti delle ultime vicende. Detto questo, la cosa fondamentale da considerare è il rapporto tra Bossi e Berlusconi. Rapporto solido, strettissimo, che va anche al di là della politica. E comunque Umberto non è mai andato alle elezioni con il pallottoliere in mano". "L'unica cosa che potrebbe rovinare questa proficua stagione di intesa è che nella coalizione cresca la volontà di correre non per ottenere dei risultati, ma per impedire che li consegua il partner. Per colpirlo, insomma. Vorrei tanto - conclude Zaia - che nella maggioranza uscita dalle ultime elezioni ci si baciasse tutti sulla bocca. Ma questo non è possibile, inutile farsi illusioni. Prima si vota, meglio è".
Parole che non sono piaciute molto al Pdl che, oltre al fronte con i finiani, teme ora l'apertura di una competizione elettorale con la Lega Nord. Secondo Fabrizio Cicchitto infatti "l'intervista del presidente Zaia presenta alcuni aspetti non condivisibili". E spiega: "Infatti, in una alleanza, bisogna ascoltare anche quello che dicono gli alleati e farsi carico anche delle loro valutazioni e dei loro problemi. Sappiamo benissimo che l'indicazione dei 5 punti richiede in primo luogo una intesa su una mozione parlamentare assai precisa e poi una convergenza sui conseguenti disegni di legge e che, se non c'è quest'ultima, il governo non regge e sono indispensabili le elezioni. Ma una verifica va fatta sia per andare in un senso che per andare in un altro, perche' non sono praticabili scelte fatte a tavolino. Poi, specie nell'ipotesi delle elezioni, Zaia deve essere consapevole che e' decisivo anche il voto del Sud e è quello svolto dal Pdl".
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La Lega non sembra avere molta fiducia nei cinque punti prospettati da Berlusconi e torna a invocare il ritorno alle urne, possibilmente prima dell'inverno, e lo fa per bocca di Luca Zaia che, in un'intervista a Repubblica, sostiene che "il voto anticipato, a novembre o dicembre, a questo punto mi sembra inevitabile". Secondo il governatore del Veneto "questa è la cronaca di una morte annunciata". "Bisogna essere pragmatici e capire bene quello che succederà. Ormai - aggiunge l'esponente leghista - i programmi non servono più a niente a Roma come nelle amministrazioni locali. Sono solo un elenco di titoli sui quali si trova sempre l'accordo, ultragenerico, di tutti. I problemi cominciano dopo, quando i programmi devono essere trasformati in provvedimenti di legge".
"Se adesso andiamo in Parlamento con questi benedetti cinque punti, sarà inevitabile che il giorno dopo averli votati qualcuno riapra il solito circo. Noi - sottolinea Zaia - saremo premiati per la nostra coerenza, mentre loro sconteranno gli effetti delle ultime vicende. Detto questo, la cosa fondamentale da considerare è il rapporto tra Bossi e Berlusconi. Rapporto solido, strettissimo, che va anche al di là della politica. E comunque Umberto non è mai andato alle elezioni con il pallottoliere in mano". "L'unica cosa che potrebbe rovinare questa proficua stagione di intesa è che nella coalizione cresca la volontà di correre non per ottenere dei risultati, ma per impedire che li consegua il partner. Per colpirlo, insomma. Vorrei tanto - conclude Zaia - che nella maggioranza uscita dalle ultime elezioni ci si baciasse tutti sulla bocca. Ma questo non è possibile, inutile farsi illusioni. Prima si vota, meglio è".
Parole che non sono piaciute molto al Pdl che, oltre al fronte con i finiani, teme ora l'apertura di una competizione elettorale con la Lega Nord. Secondo Fabrizio Cicchitto infatti "l'intervista del presidente Zaia presenta alcuni aspetti non condivisibili". E spiega: "Infatti, in una alleanza, bisogna ascoltare anche quello che dicono gli alleati e farsi carico anche delle loro valutazioni e dei loro problemi. Sappiamo benissimo che l'indicazione dei 5 punti richiede in primo luogo una intesa su una mozione parlamentare assai precisa e poi una convergenza sui conseguenti disegni di legge e che, se non c'è quest'ultima, il governo non regge e sono indispensabili le elezioni. Ma una verifica va fatta sia per andare in un senso che per andare in un altro, perche' non sono praticabili scelte fatte a tavolino. Poi, specie nell'ipotesi delle elezioni, Zaia deve essere consapevole che e' decisivo anche il voto del Sud e è quello svolto dal Pdl".