L'opposizione contro Caliendo, l'Idv: non può restare

Politica
Giacomo Caliendo
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L'italia dei Valori ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario alla Giustizia tirato in ballo nell'inchiesta sulla cosiddetta "P3". Il Pdl: amarezza per questa strumentalizzazione

Dopo le dimissioni del sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino, coinvolto nell'inchiesta su un presunto comitato d'affari segreto, l'Italia dei Valori ha annunciato di aver depositato una mozione di sfiducia nei confronti di un altro esponente del governo, il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, tirato in ballo nell'inchiesta sulla cosiddetta P3. (guarda la rassegna stampa).

Mentre il Pd definisce "inopportuno" che Caliendo segua per conto del governo i lavori sul ddl intercettazioni a Montecitorio (Caliendo, infatti, ha presentato l'emendamento al ddl intercettazioni introducendo il principio per cui "l'obbligo del segreto 'cade' ogniqualvolta ne sia stata valutata la rilevanza") la maggioranza, finiani compresi, fa quadrato attorno al sottosegretario.

Poco dopo all'apertura dei lavori della commissione Giustizia sul ddl intercettazioni, il capogruppo del Pd, Donatella Ferranti, ha preso la parola per dire che "è politicamente inopportuno che il sottosegretario alla Giustizia sia qui a seguire i lavori", come ha riferito un suo portavoce.
Secondo il capogruppo del Pdl in commissione Giustizia Enrico Costa, invece, "l'attacco ad un gentiluomo come Caliendo è strumentale. Il Pd ha fatto un passo falso".
L'Udc non si è associata alle proteste contro il sottosegretario: "La commissione non era la sede per parlare delle vicende che riguardano Caliendo", ha detto Roberto Rao.
Il finiano Giuseppe Consolo ha parlato di ritrovata unità della maggioranza, che ha sventato il tentativo del Pd di fare dei lavori della commissione Giustizia sulle intercettazioni "un palcoscenico per processare Caliendo".

Caliendo non risulta indagato nella inchiesta "P3", nata dallo stralcio di un altro dossier su presunti illeciti nell'assegnazione di appalti per l'energia eolica in Sardegna, e per la quale sono stati arrestati l'imprenditore Flavio Carboni, il magistrato tributario Pasquale Lombardi e il costruttore Arcangelo Martino. Secondo alcuni media, però, il sottosegretario alla Giustizia avrebbe comunque partecipato a riunioni con alcuni degli arrestati e altri inquisiti.


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