Lo ha detto il ministro del Lavoro Sacconi a SKY TG24, ospite a Un caffè con. E ancora: “Non c’è volontà punitiva delle funzioni pubbliche ma è una misura che, non a caso, è stata adottata in tutti i paesi per comprimere la spesa corrente”
La manovra economica del governo.
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“Silvio Berlusconi è più forte perché dimostra di governare questo Paese attraverso una grande crisi senza che si determinino condizioni di frattura sociale”. Queste le parole con cui il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, ospite a SKY TG24 di “Un caffè con...”, difende la manovra correttiva presentata ieri dal presidente del Consiglio e dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
“Le considerazioni sui giornali riguardo al rapporto tra il presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia sono semplicemente ridicole” ha detto ancora Sacconi. E spiega: “Questa manovra, guidata in prima persona dal presidente del Consiglio, ha un senso non solo congiunturale ma strutturale e cioè quello di invitare il Paese intero a cambiare profondamente questa crisi. È un clima obiettivamente sereno quello che ha condotto a una manovra complicata. La sostanza della manovra è sicuramente l’idea di meno Stato, non nella sua dimensione positiva, di perseguimento del bene comune, ma nella sua dimensione improduttiva. Abbiamo effettuato – ha proseguito il ministro - una riduzione solo nei confronti dei redditi più alti delle funzioni pubbliche e abbiamo congelato l’attuale retribuzione per tre anni in un tempo nel quale l’inflazione è molto contenuta”. E ha concluso: “Non c’è volontà punitiva delle funzioni pubbliche ma è una misura che non a caso è stata adottata in tutti i paesi per comprimere la spesa corrente”.
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