Dopo il premier, che ha negato di aver mai parlato di congiure a suo danno, simile dichiarazione anche del capogruppo del Pdl alla Camera, che ha attaccato un "settore politicizzato" della magistratura
Le fughe di notizie sull'affaire della casa di Scajola con vista Colosseo e sulla presunta indagine per corruzione a carico del coordinatore del Pdl Denis Verdini avevano creato, negli ultimi giorni, non poche tensioni all'interno della stessa maggioranza. E sempre i mezzi d'informazione avevano diffuso la notizia d'un'amara valutazione del premier sull'intera vicenda, giudicata come un complotto ordito dai magistrati contro il governo. Ma nella giornata del 6 maggio è giunta la secca smentita del presidente del Consiglio, che ha negato di aver mai parlato "né di congiura né di complotto", pur ribadendo l'azione di "alcuni magistrati politicizzati".
Concetti che sono stati subito ripresi, tanto per iscritto quanto a voce, dal capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. In una nota il parlamentare ha infatti affermato: "Ci sembra difficilmente contestabile l'esistenza d'una nuova operazione mediatica-giudiziaria fondata su un nuovo uso politico della giustizia, nella quale non tutta la magistratura ma un settore politicizzato di essa sta giocando un ruolo essenziale". La dichiarazione è basata sull'osservazione che "non a caso uno strumento anche mediatico assai importante è costituito dalla sistematica violazione del segreto istruttorio e del suo rimbalzo sui mezzi di comunicazione di massa. In questo modo si realizza quella sentenza anticipata concentrata su ministri e personalità politiche, sanzionata in tempi rapidissimi dai mezzi di comunicazione e dalle forze politiche giustizialiste". Concludendo, Cicchitto ha sottolineato: "Poi, magari dopo dieci anni, può anche intervenire una sentenza assolutoria da parte della magistratura giudicante, ma gli effetti politici, che erano l'obiettivo dell'operazione, sono stati già raggiunti e sono ormai irreversibili".
Concetti che sono stati subito ripresi, tanto per iscritto quanto a voce, dal capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. In una nota il parlamentare ha infatti affermato: "Ci sembra difficilmente contestabile l'esistenza d'una nuova operazione mediatica-giudiziaria fondata su un nuovo uso politico della giustizia, nella quale non tutta la magistratura ma un settore politicizzato di essa sta giocando un ruolo essenziale". La dichiarazione è basata sull'osservazione che "non a caso uno strumento anche mediatico assai importante è costituito dalla sistematica violazione del segreto istruttorio e del suo rimbalzo sui mezzi di comunicazione di massa. In questo modo si realizza quella sentenza anticipata concentrata su ministri e personalità politiche, sanzionata in tempi rapidissimi dai mezzi di comunicazione e dalle forze politiche giustizialiste". Concludendo, Cicchitto ha sottolineato: "Poi, magari dopo dieci anni, può anche intervenire una sentenza assolutoria da parte della magistratura giudicante, ma gli effetti politici, che erano l'obiettivo dell'operazione, sono stati già raggiunti e sono ormai irreversibili".