Bocchigliero, sciopero del voto. Alle urne solo 74 cittadini
PoliticaLo avevano detto e l'hanno fatto. Gli abitanti di un piccolo comune della Calabria avevano minacciato di disertare le elezioni perché abbandonati dalla politica. A urne chiuse c'è stata infatti un'astensione record
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L'avevano detto e l'hanno fatto. I cittadini di Bocchigliero, centro della Sila cosentina, hanno disertato le urne in segno di protesta contro la poca attenzione della politica ricevuta negli ultimi anni. A urne chiuse, avevano votato solo 74 elettori su 2.594 aventi diritto. Alla protesta ha aderito anche il sindaco, Luigi De Vincenti, che insieme al portavoce del Comitato cittadino “Bocchigliero sciopera”, Giovanni Bossio, propone che "la prima riunione di Giunta o Consiglio regionale si tenga proprio a Bocchigliero, così i nostri amministratori regionali vedano cosa c'è qui".
"E' un gesto forte ma necessario - ha commentato il primo cittadino - per dare un segnale alla politica calabrese che la Calabria non è fatta solo di mare, ma anche di montagna. Sono distanti, vogliamo dire a questo modo di fare politica che è importante incontrare i territori e dialogare". Tra le prime richieste dei cittadini ci sono le infrastrutture, di cui lamentano l'incuria, e politiche sanitarie adeguate "con una specialistica diffusa sul territorio che, che rafforzando gli screening, evita le emergenze e l'ingolfo nelle strutture sanitarie". I cittadini sono anche a favore della centrale a biomasse, perché la Sila ne è ricca e potrebbe creare posti di lavoro.
"Non capisco perché - dice un imprenditore boschivo - non entra in funzione la centrale del Mercure a Laino Borgo. Potrebbe davvero essere un'occasione di sviluppo per i nostri territori. E sarebbe un modo pulito di trattare la montagna". A causa dell'elevata disoccupazione molti giovani hanno lasciato il centro silano per emigrare e si rischia lo spopolamento. "Non ci sono nati nel 1985 e nel 1986, solo un bambino nel 1987 e da genitori immigrati" dicono i residenti. I cittadini di Bocchigliero nelle scorse settimane hanno raccolto le schede elettorali e le hanno inviate al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Dal Quirinale sono poi tornate alla Prefettura di Cosenza per essere riconsegnate ai legittimi proprietari. "Nemmeno una lettera che accompagnasse la restituzione. Dal Presidente Napolitano ci aspettavamo qualche parola di conforto, invece niente. Ci siamo sentiti offesi" dicono i cittadini.
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