Il presidente del Consiglio dice no al duello tv con il leader del Pd. E aggiunge: "Non mi spiace essere chiamato capopopolo". Guerra di cifre sul corteo del Pdl: "Ognuno dà numeri che fa comodo dare". Letta: "Dire no al confronto non è amore, ma odio"
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Berlusconi in tv solo contro Prodi e Occhetto: LE FOTO
"In queste manifestazioni tutti danno numeri che fa comodo dare, io non voglio entrare nel merito, dico solo che mi sono emozionato nel vedere tante persone e la qualità di queste persone, mi ha riscaldato il cuore". Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a Bologna per una conferenza stampa torna sulla guerra di cifre che interessa i dati relativi alla presenza dei manifestanti ieri in piazza a Roma ; un milione secondo il Pdl, 150 mila secondo la questura.
Berlusconi risponde poi a Bersani che lo aveva definito un capopolo più che un capo di governo . "Non mi dispiace essere definito un capopopolo" afferma. E aggiunge: "Il Popolo della libertà è nato dal basso, dalla gente, i partiti sono stati quasi obbligati ad aderire, abbiamo fatto nascere questa formazione in un anno e abbiamo vinto tutte le elezioni. Le differenze di vedute sono una ricchezza che ci arricchiscono, purché non diventino sterili contrapposizioni: in quel caso sarebbero una malattia".
Nel corso della conferenza stampa a Bologna in sostegno della candidata alla presidenza della Regione Anna Maria Bernini, Berlusconi dice no alla possibilità di un confronto pubblico con il leader dell' opposizione Pierluigi Bersani. "Non credo che sia opportuno in questo momento", ha spiegato, perché "le dichiarazioni quotidiane di Bersani nei miei confronti ci hanno fatto perdere la fiducia che si possa arrivare a un interscambio produttivo basato sulla realtà".
Berlusconi ha inoltre ricostruito, passaggio per passaggio, tutte le inchieste giudiziarie che hanno riguardato il centrodestra negli ultimi mesi. "Giornali e tv sono stati intasati da una gragnuola di inchieste della magistratura che ha dettato i temi della campagna elettorale - ha dichiarato - Per questo ho deciso di dare una mano anche io, per rompere la cortina degli attacchi elettorali. La nostra patologia più grave è avere una corrente della magistratura che utilizza il diritto a fini politici di lotta".
In conclusione, Berlusconi ammette di temere il pericolo astensione: "E' certamente un pericolo che esiste". E afferma: "L'astensione significa dare un voto alla sinistra. Quindi cerchiamo di far capire che, per chi non si riconosce nella sinistra, è doveroso dare il voto al Pdl o alla Lega Nord".
Non tarda ad arrivare la risposta del Pd sul rifiuto del premier al faccia a faccia con Bersani. "Berlusconi getta la maschera. E' amore non volere un confronto col proprio contendente politico? O forse non è la massima espressione di odio? Ci ripensi". E' l'appello di Enrico Letta, vicesegretario Pd, che aggiunge: "Ne guadagnerà l'Italia e si raddrizzerà questa sua sinora infelice campagna elettorale". Infine, si chiede Letta: "Berlusconi ha paura della tv o teme il confronto tra chi insulta e pensa ai fatti propri e chi pensa ai problemi degli italiani e propone una alternativa di governo?'.
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In conclusione, Berlusconi ammette di temere il pericolo astensione: "E' certamente un pericolo che esiste". E afferma: "L'astensione significa dare un voto alla sinistra. Quindi cerchiamo di far capire che, per chi non si riconosce nella sinistra, è doveroso dare il voto al Pdl o alla Lega Nord".
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