Rai-Agcom, Berlusconi: il Colle sconfessa il Csm

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Nuovo attacco del presidente del Consiglio ai giudici: “C’è una magistratura che fa politica, pm che sono scesi in campo e hanno dettato tempi e temi della campagna regionale”. Intanto si apprende che il premier è indagato a Trani dall’8 marzo

Silvio Berlusconi alza ancora l'asticella dello scontro con i giudici e chiama in causa anche il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, per dire che sulla "risibile" inchiesta di Trani "l'iniziativa del Csm, sconfessata dall'intervento del Presidente Napolitano, è l'ennesima dimostrazione di un uso intollerabile della giustizia per fini di lotta politica contro di noi".

Ma gli italiani "hanno capito benissimo" il gioco, ed il premier è certo che nel voto regionale non vincerà l'astensionismo. "In Italia - dice Berlusconi - non accadrà come in Francia dove non ha votato una persona su due. Nonostante la sinistra, gli italiani sono saggi e andranno a votare. Non andarci significa avvantaggiare la sinistra".

Un'altra giornata trascorre nelle stanze di Palazzo Grazioli tra telefonate, appelli ed interviste elettorali per Silvio Berlusconi, impegnato nella sua personale campagna elettorale 'riparatoria'. C'è "una magistratura che fa politica", pm che "sono scesi in campo" e "hanno dettato tempi e temi della campagna elettorale". Prima "con una falsa tangentopoli", poi "schizzando fango sul miracolo fatto a L'Aquila e in Abruzzo", quindi con l'esclusione delle liste Pdl in Lombardia e nel Lazio per arrivare alla fine alla "risibile e inaccettabile inchiesta di Trani". Il tutto allo scopo di "non dare modo al governo di esporre tutti i successi di due anni di lavoro straordinario".

E allora tocca al capo dell'esecutivo ristabilire la verità dei fatti, "spiegare le tante cose positive fatte". Certi giudici hanno solo gettato fumo negli occhi, perché "una nostra campagna elettorale basata sui fatti sarebbe stata disastrosa per la sinistra".
"Noi avremmo potuto vantare i grandi successi del nostro governo - argomenta il premier - i grandi risultati di Formigoni in Lombardia, di Galan in Veneto. Loro avrebbero dovuto invece giustificare il fallimento di Marrazzo nel Lazio, gli scandali in Calabria e in Puglia, il disastro in Campania, le contraddizioni sulla Tav in Piemonte, la crisi del 'modello emiliano". Insomma "i clamorosi disastri, le inefficienze e gli sperperi della sinistra in 11 regioni su 13". Un confronto dal quale, per il premier, "la sinistra sarebbe uscita distrutta". Perciò il premier spende ogni sua energia per chiamare a raccolta il popolo del Pdl nella Piazza San Giovanni di sabato 20. "Non sarà una prova di forza - assicura Berlusconi - ma una festa, una grande festa di popolo. Con lo slogan 'L'amore vince sempre sull'odio'. Noi non faremo come la sinistra che sabato scorso è scesa in piazza per scaricare contro di noi insulti e falsità”. A San Giovanni, insieme ai 13 candidati governatori, verranno invece assunti solenni impegni con gli italiani sul 'governo del fare' nelle regioni.

Intanto si è saputo che il nome del premier, Silvio Berlusconi, è iscritto dall'8 marzo scorso nel registro degli indagati della procura di Trani per concussione e minacce all'ufficio dell'Agcom. La data di iscrizione non e' irrilevante - secondo i ragionamenti di diversi penalisti - perché da allora decorrono, almeno in via teorica, i 15 giorni previsti dalla legge costituzionale n.1 del 1989 entro cui la procura deve inviare gli atti che riguardano il premier al giudice competente. La questione è stata di fatto sollevata dall'istanza che i legali del premier, Niccolò Ghedini, Filiberto Palumbo e Piero Longo, hanno depositato stamattina alla procura di Trani chiedendo ai pm di inviare gli atti a Roma.

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