La Russa: “Vogliamo conquistare il cuore degli afghani”

Politica
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Il ministro della Difesa, ospite di SKY TG24 pomeriggio, è tornato sulla guerra in Afghanistan, sull’impegno delle nostre truppe, e sulle strategie politiche e militari da mettere in atto nel Paese: “Entro il 2013 vorremmo disimpegnarci”

Il ministro La Russa intervistato nella rubrica “SKY TG24 Pomeriggio” ha affrontato la questione afghana: “Non bisogna assolutamente coinvolgere i civili e rimane una grande necessità se si vogliono ottenere risultati in Afghanistan: conquistare i cuori e le menti degli afghani. E' una tesi che presuppone che non ci siano errori di  questo genere o che ce ne siano, ahimè, cinicamente, il minor numero immaginabile possibile". "Non voglio fare il primo della classe  -aggiunge- anzi forse sono ingeneroso verso altre nazioni che si sono comportate diversamente: quando ho autorizzato l'invio dei Tornado,  aerei bombardieri ma che hanno anche una funzione di monitorare il  territorio, ho dato disposizione, consultandomi prima con i capi militari italiani, che non avessero l'armamento delle bombe. I nostri  Tornado e gli aerei che li hanno sostituiti sono in Afghanistan per  fare azione di monitoraggio, hanno un cannoncino, una grossa mitragliatrice, che può essere usata per sostenere soldati che a  terra attaccati sono in condizioni di menomata difesa, ma non hanno bombe, non possono sganciarle, non potendo sganciarle non possono commettere errori".

"Se fosse una guerra -dice ancora il ministro- la possibilità di un attacco preventivo c'è e questo noi non lo facciamo. Gli altri sono in guerra con noi, per gli insorti non c'è nessuna regola da rispettare, tutto ciò che la guerra presuppone o, peggio, anche quello che è vietato dalle convenzioni internazionali, gli insorti lo possono fare e ci provano a farlo. Una condizione che per i nostri soldati è anche peggio: noi ci limitiamo a ciò che è possibile fare in una missione internazionale, in cui è possibile e doveroso usare la forza, ma usarla per gli obiettivi della missione, come avviene, mentre dall'altro lato non c'è nessun limite. Quindi a volte noi ci  troviamo in conflitti che sono una vera e propria guerra, ma mai per scelta nostra, ma sempre per necessità difensiva o di controllo del  territorio". "Il nostro obiettivo -conclude La Russa- è quello di rendere  l'Afghanistan nel 2013 autonomo nella capacità di controllo politico ma anche militare del territorio e anche nel controllo di polizia con  le sue forze".

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