Processo breve in Senato. Berlusconi: parlerò agli italiani

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Clima teso tra Alfano e i magistrati sull'impatto del provvedimento. Il sindacato delle toghe: a rischio 50% processi. Il Guardasigilli: l'Anm non giochi con i numeri. Dell'argomento è tornato a parlare anche il premier da Doha, in Qatar

Una guerra di numeri, ma soprattutto uno scontro, sempre più duro, tra potere esecutivo e quello giudiziario. Secondo l'Associazione nazionale magistrati un'eventuale approvazione del disegno di legge sul processo breve che da oggi inizia il suo iter parlamentare in Senato, metterà a rischio la conclusione del 50% dei processi. Stime contestate dal Guardasigilli, Angelino Alfano che invita l'Anm a "non giocare con i numeri" e a chiarire i termini della questione". Il Pdl insorge e invita l'Anm a non dare i numeri. Il Pd accusa Alfano di non essere attendibile. Enrico Letta esclude ogni dialogo sulla riforma della giustizia "finchè il governo non eliminerà il ricatto" rappresentato dal ddl sul processo breve. Obiettivo della maggioranza arrivare all'approvazione al Senato entro fine anno e soprattutto evitare l'incostituzionalità del provvedimento. Intanto il Csm organizza un confronto tra ministro e procure e convoca una conferenza stampa per comunicare i dati sull'impatto del ddl in nove uffici giudiziari. Dell'argomento è tornato a parlare anche Silvio Berlusconi da Doha, in Qatar.

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