Il presidente del Senato: "Il clima è troppo teso". Il numero due del Csm: "Dobbiamo tenere basso il livello dello scontro". Oggi il ddl sul processo breve approda a Palazzo Madama
Nel giorno in cui il testo del ddl sul processo breve approda a Palazzo Madama, il presidente del Senato e il vicepresidente del Csm rivolgono un invito ad abbassare i toni.
"Il clima è troppo teso, lo scontro è troppo accentuato e per questo rivolgo un appello a tutte le parti in causa ad abbassare i toni, ad abbassare la conflittualità, ad assumere atteggiamenti responsabili e di proposte costruttive" ha detto Renato Schifani, a margine di un convegno della commissione di Vigilanza sulla Rai.
"Toccare la giustizia - afferma Schifani - è toccare interessi su cui i cittadini sono sensibili, per il diritto ad aspirare ad una giustizia serena, pacata, che non litiga al proprio interno e che esamini elementi di colpevolezza in un clima e in un' aula tranquille dove vi sia effettiva parità tra accusa e difesa".
Lo stesso appello sui temi della giustizia è rivolto dal vicepresidente del Csm Nicola Mancino, che apre anche al dialogo.
"Il confronto c'è se ci sono proposte precise: dobbiamo cercare di tenere molto basso il livello di scontro; eliminarlo è auspicabile, ma forse impossibile", afferma durante l'incontro dei capi degli uffici requirenti italiani a Roma. Mancino assicura che "i magistrati valuteranno le proposte di riforma con animo sereno". E continua: "Noi ascolteremo le proposte e le valuteremo con animo sereno, sgombri da ogni tentativo di strumentalizzazione". Secondo Mancino, infatti, il Paese ha bisogno di percepire che chi ha il dovere di presentarsi davanti al corpo elettorale ha il diritto di proporre e decidere senza minacciare o intimidire, ma anche senza remissività, nel rispetto del ruolo di tutti".
"Mi congratulo con Mancino per il senso del suo intervento che ha messo in massima luce le sue esperienze istituzionali e il suo senso di responsabilità e rispetto del ruolo del Parlamento". Così il Guardasigilli Angelino Alfano ha apprezzato il discorso che il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, ha fatto al seminario sull'organizzazione delle Procure promosso dal Csm innanzi a circa 230 dirigenti degli uffici giudiziari. Alfano ha lanciato 3 proposte alla platea dei magistrati che incontrava per la prima volta: "aprire un tavolo di confronto sulle sedi disagiate, un altro tavolo per valutare i bisogni di risorse e mezzi delle Procure in relazione ai fondi aggiuntivi per la giustizia che potrebbero venire dall'utilizzo dei beni sequestrati ai clan, e un terzo tavolo per consentire il contributo dei magistrati al piano straordinario che il governo intende lanciare contro la mafia".
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