Maroni: cellule di Al Qaeda pronte ad attentati in Italia

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Il ministro dell'Interno in un incontro con la stampa estera: "Dopo quanto accaduto a Milano c'è un'evoluzione del fenomeno ". E sulla polemica sicurezza: "Berlusconi mi ha assicurato il suo totale impegno per garantire maggiori risorse"

"In Italia, dopo quanto accaduto a Milano, c'è un'evoluzione del fenomeno che ci preoccupa molto, ne abbiamo parlato anche al G6 di ieri: il fatto che un terrorista si sia fatto esplodere senza portare a termine l'azione segna una svolta nella presenza di questo tipo di attività nel nostro Paese". Lo ha affermato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in un incontro con la stampa estera.

"Fino a questa azione - ha sottolineato il Ministro - c'erano cellule identificate che svolgevano attività di raccolta di fondi e reclutamento dei militanti per azioni da compiere all'estero: ora è cambiato il quadro e pensiamo possano esservi anche da noi cellule che si formano, si finanziano e si addestrano per fare attentati in Italia. Non siamo ancora, come in Gran Bretagna e in Spagna, al fenomeno degli 'homegrown terrorist' (i cosiddetti terroristi nativi, ndr) ma se fosse stata gia' in vigore una legge che riduce da dieci a cinque anni i termini per ottenere la cittadinanza, l'attentatore sarebbe stato un cittadino italiano che da anni viveva nel nostro Paese, lavorava come imrpenditore ed era ben radicato nel territorio lombardo. E' una svolta che stiamo seguendo con grande attenzione".

Maroni ha parlato di cellule "in parte collegate tra di loro e in parte autonome anche perché si è ormai sviluppato una sorta di franchesing del terrorismo con Al Qaeda che, ad esempio nei Paesi nel Maghreb, dà marchio e strumenti alle cellule che si formano localmente, non direttamente create dai vertici dell'associazione ma aiutate con istruzioni e no know".
E ancora: "Non c'è Al Qaeda in Italia ma cellule che fanno riferimento ad Al Qaeda e ne hanno ottenuto in qualche modo l'autorizzazione: si tratta di un fenomeno da seguire e da indagare con grande attenzione".

Il ministro dell'Interno è poi intervenuto sulla polemica sicurezza. "Stamani con Berlusconi a margine del Cdm abbiamo parlato di questo e lui mi ha assicurato il suo totale impegno per garantire maggiori risorse al comparto sicurezza. Non so - ha proseguito - se è frutto della mia dichiarazione dell'altro giorno (quando aveva detto di essere pronto a votare con l'opposizione ndr) ma se è così ben venga".
"Il fatto che il premier abbia riconosciuto che la sicurezza è in cime delle priorità del governo italiano - ha concluso - è un fatto molto positivo". 

Maroni ha poi detto infine che sta lavorando a "un piano straordinario contro le mafie in 10 punti che presenterò al premier nelle prossime settimane per vincere definitivamente la battaglia contro la criminalita' organizzata"'.

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