Ancora reazioni alla proposta del viceministro Urso di introdurre a scuola un'ora di religione islamica facoltativa. Per Calderoli i problemi della scuola sono altri. Boccia l'ipotesi Monsignor Bagnasco: non fa parte della nostra cultura
Un'ora di religione islamica. La proposta lanciata dal viceministro Adolfo Urso di inserire l'insegnamento facoltativo di islam nelle scuole italiane unisce esponenti politici su posizioni diverse come il presidente della Camera, Gianfranco Fini e Massimo D'Alema, ma suscita non poche perplessità. Un po' per motivi pratici, la scuola ha ben altri broblemi e priorità, un po' perché allora bisognerebbe considerare anche le altre confessioni: vedi i buddisti piuttosto che gli induisti. Se la Cei boccia a priori la proposta appellandosi al rispetto del Concordato perché secondo il suo presidente Bagnasco non fa parte della storia e cultura italiana, l'idea, dice Italo Bocchino del Pdl, deve più essere una riflessione futura che un motivo scontro politico. All'interno della maggioranza le priorità sono altre. E il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, lo sintetizza a modo suo: è una mattana di cui non abbiamo bisogno. "Siamo tutti d'accordo nel migliorare l'integrazione", ma l’introduzione a scuola di un’ora di insegnamento della religione islamica «certamente è il modo più sbagliato per farlo". Così il ministro dell’Interno Roberto Maroni è intervenuto questa mattina alla trasmissione La telefonata su Canale 5.
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