Rispetto alle precedenti elezioni i due più grandi partiti perdono consensi. Avanzano Lega e Italia dei valori. Fuori dai due raggruppamenti, bene solo l'Udc. E' record astensione
Il Pdl non centra l’obiettivo fissato a quota 40%, e anzi arretra rispetto alle ultime elezioni politiche, fermandosi al 35, 2%.
Il Pd si attesta al 26, 1% perdendo circa sette punti percentuali dalla tornata elettorale del 2008, ma resta comunque molto vicino alla soglia minima che i suoi dirigenti avevano prefissato intorno al 27%.
Le elezioni europee non realizzano le aspettative che i due più grandi partiti avevano auspicato prima del voto.
Crescono invece Lega Nord (10,27%), Italia dei Valori (7,97%) e Udc (6,51%), che guadagnano tutti qualche punto percentuale.
La sinistra radicale raddoppia i suoi voti, ma la divisione in due liste (Rifondazione-Comunisti italiani e Sinistra libertà) non le fa superare lo sbarramento del 4%.
Identica sorte per i radicali della lista Bonino-Pannella, che si fermano al 2,4% e per la lista autonomista che raccoglie l’MpA di Raffaele Lombardo, la Destra di Francesco Storace e l’Alleanza di centro di Francesco Pionati, che si attesta al 2,2%.
Le elezioni europee disegnano uno scenario bipolare ma non bipartitico.
Le due più grandi formazioni, infatti, arretrano rispetto ai dati delle elezioni politiche del 2008 (più di due punti percentuali il Pdl, più di sette il Pd), mentre i loro alleati guadagnano terreno (+ 4% l’Italia dei Valori; + 2% la Lega).
Fuori dai due schieramenti resiste e incrementa i propri voti solo l’Udc di Pier Ferdinando Casini che guadagna un punto percentuale rispetto ultime elezioni politiche.
L’affluenza registra il suo record negativo: ha votato solo il 66,46% degli elettori. E' la partecipazione più bassa da quando si vota per eleggere i rappresentanti a Bruxelles.
Vai alla cronaca dello scrutinio.
Il Pd si attesta al 26, 1% perdendo circa sette punti percentuali dalla tornata elettorale del 2008, ma resta comunque molto vicino alla soglia minima che i suoi dirigenti avevano prefissato intorno al 27%.
Le elezioni europee non realizzano le aspettative che i due più grandi partiti avevano auspicato prima del voto.
Crescono invece Lega Nord (10,27%), Italia dei Valori (7,97%) e Udc (6,51%), che guadagnano tutti qualche punto percentuale.
La sinistra radicale raddoppia i suoi voti, ma la divisione in due liste (Rifondazione-Comunisti italiani e Sinistra libertà) non le fa superare lo sbarramento del 4%.
Identica sorte per i radicali della lista Bonino-Pannella, che si fermano al 2,4% e per la lista autonomista che raccoglie l’MpA di Raffaele Lombardo, la Destra di Francesco Storace e l’Alleanza di centro di Francesco Pionati, che si attesta al 2,2%.
Le elezioni europee disegnano uno scenario bipolare ma non bipartitico.
Le due più grandi formazioni, infatti, arretrano rispetto ai dati delle elezioni politiche del 2008 (più di due punti percentuali il Pdl, più di sette il Pd), mentre i loro alleati guadagnano terreno (+ 4% l’Italia dei Valori; + 2% la Lega).
Fuori dai due schieramenti resiste e incrementa i propri voti solo l’Udc di Pier Ferdinando Casini che guadagna un punto percentuale rispetto ultime elezioni politiche.
L’affluenza registra il suo record negativo: ha votato solo il 66,46% degli elettori. E' la partecipazione più bassa da quando si vota per eleggere i rappresentanti a Bruxelles.
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