Via le ronde dal decreto anti-stupri

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La norma, fortemente contestata dall'opposizione, verrà inserita nel disegno di legge sulla sicurezza. Il ministro Maroni: nessun passo indietro, è un passo laterale

Il governo ha accettato di stralciare dal decreto legge sulla sicurezza, in discussione alla Camera, le norme sulle ronde contestate dall'opposizione. La decisione è emersa durante la conferenza dei capigruppo di Montecitorio, secondo quanto riferito da un portavoce del Pd. L'opposizione di centrosinistra, soddisfatta dell'intesa, interromperà il suo ostruzionismo, per permettere al decreto di essere approvato probabilmente entro oggi. La norma contestata prevede "la possibilità per i sindaci di avvalersi, d'intesa con il prefetto, della collaborazione di associazioni di cittadini non armati per segnalare agli organi di polizia eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale", come si legge nella relazione che accompagna il decreto alla Camera. Questa norma sarà probabilmente inserita nel disegno di legge sulla sicurezza, che non contiene norme d'urgenza, di cui il governo chiederà un rapido esame a Montecitorio già nella riunione dei capigruppo prevista per questo pomeriggio.

La decisione del governo di stralciare dal decreto anti-stupri la norma sulle ronde è stata salutata favorevolmente dall’opposizione. "Grazie alla tenacia dell'opposizione, che ha costretto il governo a un'opportuna retromarcia, sarà oggi possibile approvare in modo pressoché unanime, una buona legge che rafforza le sanzioni in materia di violenza alle donne e di molestie, rispetto alla quale le ronde erano solo un elemento di disturbo e di propaganda politica", ha dichiarato in una nota Massimo Donadi, capogruppo di Idv alla Camera.

La maggioranza precisa però che non si tratta di un passo indietro, quanto piuttosto di “un passo laterale”. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha spiegato infatti nel corso di una conferenza stampa al Viminale che dopo aver cercato “un accordo e una mediazione”, nella tarda serata di ieri si è incontrato con il premier Berlusconi ed insieme hanno verificato che c'erano solamente due strade: "o mettere la fiducia forzando la mano all'opposizione", oppure, "ma non è un passo indietro ma un passo laterale, togliere la norma contestata dal decreto e metterla nel disegno di legge (sulla sicurezza, ndr) con garanzia di una immediata calendarizzazione" da parte della conferenza dei capigruppo. Riguardo alla decisione, "mi assumo la responsabilità" ha detto il ministro, rilevando, a suo avviso, "un ostruzionismo immotivato dell'opposizione". Ad ogni modo, Maroni ha aggiunto: "Avrei preferito portare il decreto così com'è", in quanto, "convinto che la norma sia utile", ma alla fine si è preferito adottare un atteggiamento "di responsabilità".

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