Mozione dei consiglieri regionali, bisogna intervenire
(ANSA) - PERUGIA, 24 NOV - "Il 25 novembre, la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, sia l'occasione per schierare senza se e senza ma le Istituzioni nel contrasto a questo terribile fenomeno, purtroppo in crescita". Così i consiglieri di minoranza Simona Meloni, Tommaso Bori, Fabio Paparelli e Michele Bettarelli (Partito democratico), Andrea Fora (Patto civico per l'Umbria), Thomas De Luca (Movimento cinque stelle), Vincenzo Bianconi e Donatella Porzi (Gruppo misto), firmatari di una mozione depositata all'Assemblea legislativa e che "impegna la Giunta regionale ad intervenire affinché vengano elargiti i fondi necessari a evitare la chiusura dei centri antiviolenza e a lavorare per potenziare le strutture e i servizi per le vittime di violenza.
Un documento - spiegano - che vogliamo proporre anche in tutti i Consigli comunali".
"La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne - dicono i consiglieri, secondo quanto riferisce una nota della Regione - è una ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le Ong a organizzare, ogni 25 novembre, attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema della violenza. Il fenomeno, nonostante gli sforzi, manifesta però una preoccupante tendenza all'aumento, andando ad incidere sulla libertà, la dignità e l'autostima delle vittime".
"L'Umbria - continuano i consiglieri di minoranza - è stata sempre all'avanguardia sul tema. Dal 1989, per esempio, è attivo il 'Telefono donna', gestito dal Centro per le pari opportunità regionale. La legge regionale n.14 del 2016 istituisce il 'Sistema regionale dei servizi di contrasto della violenza di genere' all'interno del quale sono previsti Centri antiviolenza, la Rete di prevenzione e contrasto e la sottoscrizione di protocolli".
"Da oltre due mesi però - continuano i consiglieri - i servizi e gli orari del centro antiviolenza Bellini di Perugia sono stati drasticamente ridotti del 40 per cento a causa della mancata erogazione di fondi da parte del Comune di Perugia. Già da agosto inoltre, è stato del tutto sospeso il servizio di pronta emergenza dedicato, pensato per rispondere nell'immediato alle situazioni di allarme che negli anni le operatrici del centro si sono trovate diverse volte a dover gestire. Il centro antiviolenza, dunque, pur erogando servizi essenziali a donne e minori in pericolo, rischia di dover interrompere la sua attività, ad oggi garantita solamente grazie alla coscienziosa attività di volontariato delle operatrici che stanno continuando a lavorare a pieno ritmo, pur senza stipendio, da ormai più di otto mesi. La determinazione dirigenziale per l'assegnazione del finanziamento del Cav c'è ma tali risorse possono essere liquidate previa sottoscrizione con il Comune di Perugia di apposito 'Accordo di collaborazione per la gestione del sistema territoriale dei servizi per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne' , ma che alla data di oggi il Comune di Perugia non ha inviato".
"Ripetute - sottolineano ancora i consiglieri regionali di minoranza - sono anche le problematiche legate all'erogazione dei fondi da parte delle Istituzioni ai centri antiviolenza. Da considerare poi che il regolamento regionale sottoscritto e firmato da Regione e Comuni nel 2021 ha di fatto mandato in stallo totale il settore mettendo a rischio la sopravvivenza dei centri, tanto che a luglio 2022 solo due Cav in tutta l'Umbria avevano l'autorizzazione alla gestione dei servizi. La necessità sarebbe invece quella di investire. Altre Regioni (ad esempio il Veneto) hanno investito in maniera molto decisa garantendo e potenziando i servizi attraverso il finanziamento di azioni e interventi atti a prevenire e contrastare la violenza contro le donne e a sostegno delle vittime di tali reati".
"In questo quadro - concludono i consiglieri di opposizione - il nostro documento chiede impegni precisi e tangibili. Serve infatti intervenire affinché vengano finalmente elargiti i fondi necessari ad evitare la chiusura dei Cav di tutto il territorio regionale, a partire dal 'Doriana Bellini' di Perugia.
Necessario sostenere, garantire ed assicurare la continuità e l'affidabilità del servizio dei centri antiviolenza attraverso lo stanziamento di fondi pluriennali e la previsione di ulteriori risorse da destinare al loro funzionamento, così come va sostenuto e potenziato il servizio di presa in carico, accoglienza e reinserimento psicologico, sociale e lavorativo dei soggetti vittime di violenza fisica o psicologica. Da non sottovalutare gli aspetti legati all'autonomia economica e psicologica delle vittime di violenza. Per una completa azione, imprescindibile è la promozione, nel settore della comunicazione e dei nuovi media, di campagne informative e di sensibilizzazione, anche nelle scuole". (ANSA).