Durante la campagna di scavi al Campo della Fiera
(ANSA) - PERUGIA, 24 AGO - Rinvenute a Orvieto 300 maioliche integre in un pozzo profondo dieci metri durante la campagna di scavi archeologici al Campo della Fiera. Le brocche, ritrovate in perfetto stato di conservazione, erano utilizzate tra il XIII e il XVI secolo. A darne notizia all'ANSA è la professoressa Simonetta Stopponi che da oltre 20 anni dirige la campagna di scavo dell'associazione Campo della Fiera su concessione ministeriale e con la collaborazione dell'Università di Foggia, con il supporto finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto.
"L'eccezionalità del rinvenimento consiste non solo nello straordinario stato di conservazione dei reperti, già in fase di restauro, che serbano ancora le decorazioni e i colori intensi degli smalti, ma anche nel fatto che si tratterebbe di uno dei pochi contesti ceramici di età medievale e moderna rinvenuti in un complesso extraurbano del territorio orvietano, indagati secondo le moderne tecniche dell'archeologia stratigrafica", spiega la professoressa Stopponi.
Tra i ritrovamenti, in particolare, spicca la fiaschetta di un pellegrino della metà del Duecento. Numerose sono le maioliche di età rinascimentale, provenienti dalle principali botteghe umbre e alto laziali, e vendute dai mercanti che accorrevano stagionalmente per partecipare alle fiere.
I reperti in metallo, tra cui roncole, accette, falcetti e rasoi per la concia delle pelli, "ci raccontano la vita quotidiana del convento e della comunità dei contadini della pieve", raccontano gli archeologi.
Il pozzo in cui sono state rinvenute le maioliche, che ancora oggi raccoglie l'acqua proveniente dalla falda sotterranea, "rappresentava la riserva idrica del convento medievale di San Pietro in vetere e fu utilizzata anche dopo l'abbandono del complesso ecclesiastico, nel corso dei mercati stagionali che, come ricordano le fonti, si svolgevano accanto alla chiesa nel XV e XVI secolo", viene ancora spiegato dai ricercatori.
"I recipienti, in corso di studio da parte del prof. Danilo Leone e di Vincenzo Valenzano dell'Università di Foggia, consentono di arricchire la storia delle produzioni ceramiche di un comprensorio territoriale molto ampio dal Medioevo fino all'età moderna", sottolinea Stopponi. (ANSA).