Da Meloni, Pd, proposta legge per welfare collaborativo

Umbria
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"L'attuale fase storica dei sistemi di welfare pone problemi di sostenibilità delle prestazioni ritenute necessarie per la garanzia dei diritti sociali, al fine di assicurare a tutti, livelli adeguati di benessere. Momenti di crisi, come quello che stiamo vivendo dovuto al post pandemia, possono essere dunque una occasione per ripensare situazioni consolidate e per dare forza nuova e principi innovativi. Da qui nasce la mia proposta di legge per il modello di welfare collaborativo": a spiegarlo è la capogruppo regionale del Partito democratico, Simona Meloni, illustrando la proposta che porta la sua firma. "L'espressione 'welfare collaborativo' sta a indicare - spiega Meloni in una nota diffusa da Palazzo Cesaroni - un modello di welfare basato su nuove alleanze tra istituzioni, famiglie, il privato sociale, il mercato, che valorizzino le capacità di iniziativa dei singoli e delle formazioni sociali. Viene denominato anche welfare generativo in quanto finalizzato a rendere i soggetti destinatari di interventi e prestazioni sociali protagonisti di azioni di rigenerazione, val a dire di interventi a vantaggio della collettività, che possono consistere in interventi di cura, di prossimità e di rigenerazione di valore sociale. L'intento del provvedimento è quindi quello di favorire un coinvolgimento attivo dei cittadini che, prescindendo da vincoli di carattere associativo stabili, favorisce il nascere di esperienze collaborative per lo svolgimento di attività sociali, offrendo ai destinatari degli interventi l'opportunità di esprimere la propria autonoma iniziativa per lo svolgimento di attività di interesse generale, favorendo in tal modo anche la creatività e la messa a servizio delle proprie competenze, in diretta attuazione del principio di sussidiarietà enunciato dalla nostra Costituzione. Questo modello di welfare - continua Meloni - supera quindi la semplice dimensione del rendimento economico, diventando una strada efficace per recuperare valori alla base della nostra Costituzione: il valore della solidarietà, inserito tra i 'doveri inderogabili'; il valore della responsabilità che invita i cittadini tutti a interrogarsi sul contributo di ciascuno alla realizzazione del bene comune; il valore dell'uguaglianza che impone di consentire a tutti di essere riconosciuti nella loro dignità e alle persone più deboli di essere percepiti come risorsa e non solo come un problema da risolvere. Tutto ciò richiede la responsabilizzazione di tutta la comunità, che viene invitata a rendersi disponibile per realizzare iniziative, azioni e progetti per migliorare il livello della qualità di vita di tutti ed anche al fine di rendere maggiormente sostenibili i livelli di welfare". La proposta prevede anche "azioni a corrispettivo sociale". "Ovvero - sottolinea Meloni - quelle azioni e quei progetti che consentono di collegare l'erogazione di una prestazione sociale da parte del sistema integrato (nelle varie forme di integrazione pubblico- privato possibili) alla attivazione da parte del soggetto destinatario della prestazione, nei termini di un impegno sociale a vantaggio della collettività. In altri termini, si prevede che i destinatari di alcuni tipi di prestazioni o servizi restituiscano all'intera collettività parte di quanto ricevuto in forma di 'corrispettivo sociale'. Tali iniziative consentono di fare emergere il valore rigenerativo e di rendimento non soltanto economico, ma anche personale e sociale delle prestazioni che vengono erogate, in quanto tali capaci di contribuire al progresso sociale dell'intera comunità regionale. Esse richiedono e presuppongono il coinvolgimento attivo e responsabilizzante di quanti ricevono interventi di sostegno, e sono finalizzate a rafforzare i legami sociali, a favorire le persone deboli e svantaggiate nella partecipazione alla vita sociale, a promuovere il patrimonio culturale e ambientale delle comunità; in generale, ad accrescere il capitale sociale locale e nazionale. Tali azioni non hanno carattere obbligatorio, e non costituiscono delle condizioni ai fini dell'erogazione di un servizio, si collocano bensì nell'area dell'azione libera, come tale espressione del principio di solidarietà sociale. La realizzazione di questo modello di welfare richiede ovviamente un intervento sinergico di vari soggetti, istituzionali e della società civile: i cittadini, le associazioni, gli enti del terzo settore, enti pubblici e locali e istituzioni. Tutti - conclude Simona Meloni - dovrebbero essere coinvolti cooperando in una logica di sistema, per questo si rende necessario che tali iniziative trovino una loro cornice legislativa".

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