Appassionato montagna, attenzione anche in Appennino

Umbria
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"Canaloni ghiacciati, esperti li evitano" dice Barelli

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(ANSA) - PERUGIA, 04 LUG - I rischi del ghiaccio che si scioglie sulle montagne per il grande caldo riguardano anche gli Appennini e non solo le Alpi. Le vette dell'Italia centrale "non hanno ghiacciai, ma canaloni ghiacciati per molti mesi l'anno che i montanari e gli esperti evitano". A dirlo all'ANSA è Urbano Barelli, avvocato umbro e grande appassionato della montagna, impegnato come project manager della Regione Lombardia per le valutazioni e le autorizzazioni ambientali del Pnrr. "Il dramma ambientale sulla Marmolada era prevedibile - sostiene - e forse anche quello umano poteva essere evitato con la prudenza del montanaro: non si sale sul ghiaccio o sui ghiacciai quando la temperatura è troppo alta e quando si stanno sciogliendo".
    Per Barelli "il dramma che si è consumato sul ghiacciaio della Marmolada è il frutto anche della disattenzione e del ritardo con i quali si affronta la crisi climatica". "Sulla Marmolada - racconta Barelli - sono andato con gli sci dal versante servito dai tre tronconi di funivia che salgono da Malga Ciapela.
    Ricordo che la prima volta, sarà stato a metà degli anni '80 sono salito in piena estate quando ancora si praticava lo sci estivo sul ghiacciaio. Allora la neve era più abbondante di oggi e si sciava sul ghiacciaio in agosto con lo spettacolo meraviglioso delle Dolomiti e del Gruppo del Sella davanti.
    Negli anni la situazione è peggiorata, il ghiacciaio si è ridotto, non si scia più d'estate, ma anche d'inverno la neve a volte è insufficiente, in particolare sulla lunghissima pista di 12 chilometri che dai 3270 metri di Punta di Rocca arriva arriva ai 1.450 di Malga Ciapela". (ANSA).
   

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