Il messaggio augurale di fine anno alla comunità diocesana
(ANSA) - PERUGIA, 31 DIC - "La pandemia non accenna a finire e proprio in questi giorni il numero dei contagi, purtroppo, continua a salire. Si tratta senza dubbio di una grande prova per tutti. Ma come ci insegna Abramo, sappiamo che la prova è anche un momento di verità che ci permette di vedere cosa abbiamo veramente nel profondo del nostro cuore: quali sono le nostre ferite, le nostre idolatrie, i nostri desideri, la nostra fede". E' uno dei passaggi del messaggio augurale di fine anno del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, alla comunità diocesana.
"Quest'anno - aggiunge, fra l'altro - come nel 2020, abbiamo perso amici, familiari e conoscenti. I costi sociali ed economici, inoltre, sono stati altissimi. I costi umani sono, però, probabilmente incalcolabili, soprattutto tra i giovani e gli anziani. Abbiamo, infatti, modificato stili di vita, interrotto molte relazioni personali, cessato alcune consuetudini".
"Ma nonostante tutte queste difficoltà - sottolinea il cardinale - vedo molti segni di speranza".
"Ringrazio il Signore - continua il messaggio - per tutte le vocazioni e i carismi che ha saputo suscitare nella nostra comunità ecclesiale". "La luce di Cristo, che è speranza per tutti i popoli, ci accompagna dunque nella nostra vita quotidiana e non dobbiamo avere paura delle diverse sensibilità che abitano la nostra Chiesa perché sono tutte un segno importante di vivacità e ricchezza spirituale". "Occorre uscire dalla pandemia - prosegue il cardinale - tutti insieme e con l'aiuto reciproco, senza lanciare invettive contro qualcuno, senza cercare capri espiatori della difficile situazione in cui ci troviamo e, soprattutto, senza dimenticare nessuno lungo il cammino della vita".
"Prego specialmente - afferma ancora - per quanti, oberati dalle difficoltà e dalle sofferenze, fanno fatica a guardare con speranza al nuovo anno". Infine "un pensiero particolare ai malati, agli anziani e a quanti vivono nella solitudine; alle persone in stato d'abbandono, ai senza casa e a chi si sente rifiutato dalla società". (ANSA).