Meloni e Bettarelli, stabilizzare personale emergenza Covid

Umbria

Consiglieri Pd chiedono di "valorizzare le professionalità"

"Prorogare e o stabilizzare il personale sanitario assunto durante l'emergenza Covid tramite procedure straordinarie, così da non disperdere ma anzi valorizzare le professionalità che hanno acquisito in questi mesi un bagaglio importante, andando a superare le condizioni di precarietà tramite l'applicazione di criteri che tengano conto dell'esperienza acquisita sul campo e dell'investimento sulla formazione del capitale umano sanitario" è quanto prevede una mozione, a firma di Simona Meloni e Michele Bettarelli, Pd, con cui si chiede all'Assemblea di impegnare la Giunta regionale a "provvedere alle necessarie proroghe e percorsi di stabilizzazione indispensabili al rafforzamento del Sistema sanitario regionale, non solo per far fronte all'emergenza sanitaria in corso, ma anche per assicurare nel futuro l'erogazione dei servizi necessari alla tenuta e all'efficienza del comparto". "Il Rapporto 2021 sul coordinamento della finanza pubblica, elaborato dalla della Corte dei conti - ricordano la capogruppo Pd e il vice presidente dell'Assemblea legislativa - ha evidenziato come le unità di personale complessivamente assunte dal sistema regionale per fronteggiare l'emergenza Covid, alla data del 23 aprile 2021, ammontano a 976 unità di cui 252 medici, 406 infermieri e 318 altre tipologie di personale sanitario. Rispetto a questi dati i contratti stipulati a tempo indeterminato per i medici sono solo sette (pari al 4,1 per cento) rispetto al 16,4 per cento del centro Italia e al 12,5 per cento dell'intero Paese. Delle unità assunte, 54 sono stati medici specializzandi, 28 sono medici abilitati non specializzati, ma in entrambi i casi le percentuali sono comunque inferiori sia alla media nazionale sia alla media del Centro Italia. Inoltre, l'incidenza degli infermieri assunti risulta essere del 41,6 per cento (inferiore a quella dell'Italia Centrale) e le unità assunte con contratto a tempo indeterminato sono solo 17, con un'incidenza sul totale infermieri del 4,2 per cento, ossia di molto inferiore sia alla media nazionale del 27,4 per cento, sia a quella del Centro Italia (52,5 per cento). Inoltre - osservano Meloni e Bettarelli -, anche nel caso delle altre tipologie di personale assunto, che pesano per il 32,6 per cento, il dato è inferiore sia alla media nazionale che si attesta al 35,8 per cento sia a quella dell'Italia Centrale (33,8 per cento). Anche in questo caso le assunzioni a tempo indeterminato sono rasenti allo zero, pesano infatti solo lo 0,03 per cento (pari ad un solo contratto) di molto inferiori alle percentuali nazionali (23,7 per cento) sia a quelle del Centro Italia (36,1 per cento). Tenuto conto di una questa situazione, così ampiamente insufficiente e per questo inadatta ad assicurare il buon andamento della sanità regionale - sottolineano Meloni e Bettarelli -, il tema del rafforzamento del personale della sanità non è più rinviabile, anche in considerazione della consistente riduzione del numero di lavoratori a tempo indeterminato che si è venuta a creare con le finestre previdenziali consentite da 'quota cento' che, di fatto, hanno agevolato l'uscita di numerosi operatori solo in parte rimpiazzati facendo ricorso a lavoratori con contratto flessibile. Peraltro, tenendo conto delle risorse disponibili provenienti sia dal Decreto c.d. Rilancio, legate al rafforzamento dell'assistenza territoriale, sia delle misure approvate con la Legge di Bilancio 2021, che ha incrementato ulteriormente il livello del Fondo sanitario nazionale per il 2021 e per gli anni successivi, oltre che di quelle di sostegno al Ssr attivate nel corso del 2020 valide anche per 2021 che per il 2022, che autorizzano diverse linee di finanziamento non solo per il rafforzamento e l'implementazione dei servizi sanitari, ma anche per il conseguente reclutamento del personale, è del tutto evidente che le mancate stabilizzazioni e proroghe sono una scelta politica indipendente dal tema finanziario. Come peraltro dimostrano i provvedimenti già adottati in altre Regioni in un'ottica di rafforzamento e di prosecuzione delle attività svolte dalle Usca, che hanno portato - concludono Meloni e Bettarelli -alla proroga fino al 31 dicembre 2022 del personale assunto a tempo determinato per l'emergenza Covid".

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