E' terzo caso in Umbria nell'ultimo un mese
(ANSA) - CITTÀ DI CASTELLO (PERUGIA), 12 MAG - Due sacerdoti della diocesi di Città di Castello hanno chiesto e ottenuto dal Santo Padre la dispensa dagli obblighi derivanti dalla Sacra Ordinazione. Diventano così tre, in circa un mese, i casi di abbandono dell'abito talare in Umbria, dopo quello che aveva visto protagonista, nelle settimane scorse, don Riccardo Ceccobelli, l'ormai ex parroco di Massa Martana che ha lasciato il sacerdozio per amore verso una giovane del posto.
A dare notizia del nuovo doppio addio è il vescovo di Città di Castello, mons. Domenico Cancian. Spiegando che la decisione di Tacchini risale "quasi a un anno fa".
Non vengono invece citate le motivazioni delle scelte dei due ex parroci.
"Il presbiterio e tutta la comunità diocesana accolgono con sofferenza e, allo stesso tempo, con rispetto la libera decisione di David e Samuele. Grati per il servizio svolto, preghiamo perché possano vivere serenamente la loro appartenenza ecclesiale, radicata nel Battesimo", ha sottolineato il vescovo in una nota.
Il presule ha comunicato che "a partire da sabato 15 maggio la guida pastorale della parrocchia di San Pio X in Città di Castello è affidata a padre Giuseppe Renda Ofm, guardiano del convento di San Giovanni Battista agli Zoccolanti, nominato amministratore parrocchiale". (ANSA).
"Nel pieno rispetto delle scelte personali, che generano sofferenza nei diretti interessati e nelle rispettive diocesi, serve una riflessione seria e approfondita sul percorso formativo che porta al sacerdozio": a dirlo all'ANSA è mons. Renato Boccardo, presidente della Conferenza episcopale umbra, commentando la notizia dei due parroci della diocesi di Città di Castello che hanno deciso di rinunciare all'esercizio del ministero sacerdotale. Due addii che si vanno a sommare, a distanza di poche settimane, a quello del parroco di Massa Martana. "Alla luce di queste decisioni - aggiunge l'arcivescovo - dobbiamo approfondire anche il ruolo, importante e fondamentale, che i seminari hanno, appunto, nel percorso vocazionale".
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