"Chiamati in causa in modo inesatto"
(ANSA) - PERUGIA, 27 APR - Nella vicenda dei tre tunnel di Castelluccio di Norcia, costruiti dopo il sisma per la rimessa dei mezzi agricoli e delle sementi, e che ora verranno smontati dopo che il vento ne aveva rovinato i teloni di copertura, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini precisa si essere stato "chiamato in causa in modo inesatto dagli agricoltori".
Chiarendo che "il Parco non ha mai assunto alcun ruolo ostativo nei confronti della ricostruzione post sisma, ma che anzi ha sempre promosso un atteggiamento collaborativo, rilasciando le necessarie autorizzazioni secondo i termini di legge". L'ente Parco ripercorre l'iter che portò alla realizzazione dei tunnel, ricordando la necessità comunicata dalla Protezione civile umbra nel marzo del 2017.
"Successivamente, in data 12 marzo 2021 - scrive ancora l'ente - è stata inviata al Parco sempre dal servizio Protezione civile della Regione Umbria, la richiesta di autorizzazione al ripristino dello stato dei luoghi dell'area che ospita i tre tunnel, nel frattempo scoperchiati dal vento. Tale autorizzazione non risultava, peraltro, necessaria poiché il ripristino era già previsto come prescrizione da eseguire una volta terminata l'emergenza che giustificava l'intervento".
"L'ente Parco ha semplicemente seguito quelle che sono le procedure autorizzative di sua competenza, mentre le attività di installazione e successivo smontaggio delle strutture sono state e restano in capo alla Protezione civile regionale, che sicuramente ha agito sulla base delle procedure emergenziali", viene precisato. "Il Parco si sente impropriamente chiamato in causa nella questione, ribadendo comunque la vicinanza agli agricoltori di Castelluccio e alle loro problematiche", conclude la nota dell'ente. (ANSA).