A loro avviso "non mette al centro il lavoro"
(ANSA) - PERUGIA, 06 APR - Manifestazione di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, insieme a una rappresentanza di lavoratrici e lavoratori del settore, davanti alla sede dell'Assemblea legislativa contro la nuova legge regionale in materia di acque minerali. In particolare hanno sostenuto che "non mette al centro il lavoro e la sua tutela, ma che, anzi, rischia di compromettere il futuro di un settore strategico per l'Umbria" Sindacati e lavoratori hanno denunciato in particolare il mancato ascolto da parte della Regione delle istanze portate dal sindacato, che ha prodotto una legge che, secondo Cgil, Cisl e Uil, rischia di "svuotare il lavoro". Le criticità, secondo il sindacato, sono molteplici, prima di tutto, i meccanismi di assegnazione delle concessioni previsti risultano "lacunosi e incompleti".
"Specificatamente - affermano Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil - l'iter riguardante il subentro di un nuovo concessionario, non prevede una vera e propria clausola sociale, che protegga il lavoro nell'eventualità di cambi di appalto e concessione. E poi servivano garanzie reali sul rispetto degli accordi sottoscritti tra Regione, sindacato e aziende concessionarie, per non ripetere casi come quello della Sangemini, in cui i 20 milioni di investimenti previsti sono rimasti sulla carta senza conseguenze sulla concessione".
"Il criterio della promozione e della salvaguardia di tutta l'occupazione nel rispetto dei contratti nazionali di riferimento - sostengono ancora Flai, Fai e Uila - doveva essere considerato un aspetto primario nella definizione di eventuali requisiti di assegnazione, proprio in considerazione del carattere pubblico del bene oggetto della concessione. Invece siamo di fronte all'ennesima occasione sprecata per valorizzare il nostro territorio e i suoi prodotti, considerato che le acque umbre si distinguono sul mercato da oltre cento anni". (ANSA).