Fora, a che gioco stiamo giocando?

Umbria

"O si cambia completamente, o non ha senso la mia proposta"

(ANSA) - PERUGIA, 5 SET - "Da qualche giorno, e in particolare dopo la decisione del Pd di sostenere la mia candidatura, sembra che per alcuni io sia diventato Belzebù. A questo punto vorrei capire a che gioco stiamo giocando": è quanto afferma il candidato alla presidenza della Regione Umbria, Andrea Fora, nella sua pagina Facebook "Andrea Fora Presidente".
    "Capisco le perplessità si intenda. Non sono del Pd e, con tutto il rispetto, non conto di farne parte. Anzi, dirò di più: sul fatto che il Pd umbro debba dare un taglio nettissimo col passato la penso esattamente come chi, oggi, sta cinicamente facendo tiro al piattello con la mia candidatura", aggiunge, fra l'altro Fora, osservando che "o si cambia completamente, o non ha senso una proposta come la mia".

"Per queste ragioni - prosegue - trovo del tutto strumentali un paio di argomenti. Il primo è che pare sia diventata una colpa il risultare attrattivi per chi, alle Comunali di Perugia, non ci vota oramai da anni. Non ci vota proprio perché non abbiamo saputo rinnovare abbastanza: adesso che si sta provando a rinnovare le cose potrebbero andare diversamente. Non è che qualcuno preferisce perdere bene a vincere, preferisce un orticello sempre più piccolo alla possibilità di fare ciò che davvero serve all'Umbria? La seconda è che io non sia abbastanza civico: io, che vengo dal mondo dall'impresa e dell'associazionismo, che non ho mai fatto politica in vita mia, vengo accusato da poco civismo da politici di professione. Nulla contro i politici di professione, ma chiedo rispetto per la mia biografia, almeno quello".
"A questo punto - afferma ancora, fra l'altro, Fora nel suo lungo post - vorrei provare ad andare fino in fondo col ragionamento: il problema sono io o è il Pd? Se fossi io, e se ci fosse un altro nome che favorisse l'unità tra il Pd e la sinistra, è il momento di farlo. Mancano sei settimane al voto, non sei mesi. Se il problema fosse il Pd, e lo sarebbe anche se candidasse Obama, è il momento di dirlo. Vorrebbe dire che c'è un pezzo di ceto politico umbro che ha deciso che è più importante il destino di un partito che quello di una regione, e soprattutto di chi la vive tutti i giorni". 

   

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