"Dovere istituzionale viene prima mia passione di militante"
"In questo momento, certamente molto più di altri, sono chiamata ad essere il garante delle istituzioni umbre, presidente della sua Assemblea legislativa, cuore delle volontà democratiche dei cittadini, delle loro speranze e delle loro aspirazioni": a sottolinearlo è Donatella Porzi intervenendo sulla situazione che si è creata dopo le dimissioni della presidente della Regione Catiuscia Marini e il dibattito in Aula. In un intervento all'ANSA, Porzi sottolinea di essere "ben salda nel garantire a tutti gli umbri certezza istituzionale, equilibrio, responsabilità e soprattutto, attraverso il rispetto delle regole, la garanzia di espletare un dibattito adeguato, cioè capace di dare spazio e voce a quanti vorranno intervenire per esprimere la propria posizione".
"È mio compito - sottolinea ancora la presidente - mostrare agli umbri prima che ai politici umbri la possibilità di un confronto politico denso e consapevole che rischia invece, inevitabilmente, di perdersi e di confondere i cittadini". "Soprattutto - aggiunge - nella cacofonia delle due campagne elettorali nelle quali siamo immersi, quella che riguarda 63 comuni della nostra regione e quella per elezioni europee di portata storica". "Sono comunque una donna del Pd - ricorda ancora Porzi -, appartengo a questa comunità politica dal 2007, ossia da quando nacque questo partito, presentato nella sua idea iniziale per la prima volta sullo sfondo di Spello, di fronte alle nostre colline umbre dal segretario di allora Walter Veltroni. Dunque mi onoro, a maggior ragione da umbra, di essere stata uno dei fondatori di questo partito. A testa alta e con orgoglio, ben consapevole di cosa ciò voglia dire. Di quante fatiche, speranze, auspici quella scelta storica, insomma, sia stata carica. Su questa base, quindi, sarei ben tentata di proporre le mie riflessioni come esponente del Pd in relazione a quanto accaduto e a come questa fase di straordinarietà è stata gestita a livello politico. Tuttavia so bene che sarebbe un errore cedere a questa tentazione perché vorrebbe dire anteporre il partito alle istituzioni. Le mie passioni di militante - conclude Porzi - al mio dovere istituzionale di rappresentante".