A Palazzo Bonocore rivive la "Palermo felicissima"
SiciliaLa residenza nobiliare che si affaccia su piazza Pretoria riapre al pubblico con un progetto di rigenerazione culturale e una mostra cross-mediale e interattiva sul movimento artistico e culturale che animò il capoluogo dell'isola tra fine 1800 e inizio 1900
Palermo ritrova l’antico palazzo che osserva dall'alto la sua piazza più nota, una delle più antiche, tra la celebre fontana e la sede del Municipio, e rilancia da qui, in mezzo ai vicoli, le piazze, le antiche residenze del centro storico, la nuova sfida alla ricerca dell’anima più autentica di una città aperta verso l’Europa ma sempre fiera del suo legame con il Mediterraneo.
Palazzo Bonocore è un progetto politico nel suo senso più antico perché parla al cittadino, racconta la comunità e ne recupera la memoria, utilizza il patrimonio culturale come strumento e stimolo alla cittadinanza attiva. Con interviste, documentari, dibattiti si potrà comporre – sotto la guida di un rigoroso comitato scientifico - una programmazione culturale (mostre, exhibit interattivi, eventi, itinerari in città) in collaborazione con le Istituzioni, le organizzazioni, le associazioni, i cittadini che vorranno contribuire. E Palazzo Bonocore diventa anche un luogo interattivo e in continuo mutamento, dove la memoria si rinnova e si rende presente, in cui ciascuno potrà scegliere il proprio percorso. Approfondite e meticolose ricerche d’archivio alla base per costruire una collezione immateriale interpretata utilizzando tecnologie di ultima generazione.
Palazzo Bonocore è stato affidato dalla Diocesi di Palermo a CoopCulture attraverso un avviso pubblico. “E’ un segno di rigenerazione per Palermo. Un luogo dove “accompagnare” i giovani verso la bellezza dice monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo. Qui, tramite le nuove tecnologie, si potrà ripensare la città nella sua ricchezza di storia. Qui si potrà veramente ricostruire una Palermo Felicissima”.
“Grazie alla sinergia con la Diocesi, restituiamo uno spazio aperto alla città - spiega Letizia Casuccio, direttore generale di CoopCulture - un hub culturale di prossimità a disposizione di tutti, un centro di produzione e laboratorio di innovazione. Per i giovani sarà un catalizzatore di creatività e di ispirazione individuale; per le realtà associative, una casa inclusiva e interculturale per la rigenerazione sociale”. Palazzo Bonocore diventa così luogo di esperienze, di scambio, di apprendimento e di intrattenimento. In termini di risorse, unità di lavoro e di programmazione è un grande investimento di CoopCulture, realtà nella gestione e valorizzazione di alcuni tra i luoghi della cultura più importanti della Sicilia; soltanto a Palermo, l’Orto Botanico, lo Steri, il Museo archeologico Salinas, il museo d’arte contemporanea RISO, fino al Palazzo della Zisa e al complesso monumentale di Monreale. Al comitato scientifico di Palazzo Bonocore il compito di valutare le proposte giunte dalla città e farle proprie, costruendo un programma di iniziative.
La storia del Palazzo
Palazzo Bonocore è una residenza aristocratica edificata all’inizio del XVI secolo: il primo proprietario è Francesco Di Carlo che lo acquista nel 1547. Nel 1593 passa nelle mani del senatore di Palermo Stefano Conte, poi ai Gastone. Intorno alla metà del ‘700 Francesco Gastone, presidente del Tribunale, fece ampliare il palazzo per la figlia Margherita che sposò Francesco Antonio Lo Faso, duca di Serradifalco. I duchi abiteranno Palazzo Bonocore fino al 1829; ed è proprio ai Serradifalco che si deve la nuova facciata di gusto neoclassico su piazza Pretoria. Nel 1873 un ricco negoziante, Salvatore Bonocore, acquista il palazzo dall’ultima erede dei Lo Faso, Giuseppina Fardella. Negli anni Ottanta il suo atrio ha ospitato laboratori e sperimentazioni teatrali. L’edificio oggi è anche di proprietà di privati, il piano nobile appartiene alla Curia Arcivescovile, ed è stato restaurato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Palermo. La facciata su piazza Pretoria ha un pronao neoclassico; dallo scalone d’onore si accede ai saloni del piano nobile in parte affrescati, con una deliziosa “alcova” di gusto squisito.
Il primo capitolo è dedicato a Palermo Felicissima e ad un preciso periodo storico a cavallo tra fine Ottocento e inizi Novecento. Una mostra interattiva e cross-mediale, nata dalla collaborazione tra CoopCulture e Odd Agency unisce tecnologie avanzate e installazioni immersive per permettere al visitatore di interagire con un grande archivio di informazioni e scoprire luoghi, persone, eventi, architetture.
“E’ un lavoro che dura da parecchi anni, basato su lunghe ricerche: è una mostra-archivio organizzata per la fruizione - dice Luca Pintacuda di Odd Agency. Abbiamo cercato di capire come la tecnologia in generale possa diventare un mezzo al servizio dell’utente, dal ragazzino allo storico: crediamo di esserci riusciti, Palermo Felicissima è soltanto un primo passo, ma anche un auspicio di buona speranza e di crescita per la città”. È il racconto di quella Palermo Felicissima che, nell’iconografia della città, si sistema su quel preciso periodo sociale e politico a cavallo tra Ottocento e Novecento, indicato come momento di fulgore europeo, di spinta imprenditoriale borghese, ma che ebbe anche le sue ombre. Sono gli anni in cui poche famiglie (quasi tutte giunte da fuori isola) cuciono su Palermo un racconto straordinario fatto di creatività, versatilità, crescita economica: primi fra tutti i Florio, in arrivo da Bagnara Calabra, ma anche Ingham e Whitaker dalla lontana Inghilterra, e pochi altri. Famiglie eleganti, fattive, che seppero cogliere le opportunità e coniugare la capacità imprenditoriale ad un gusto innato per il bello declinato su artisti, architetti, artigiani. Di tutto questo finora è mancato un racconto coordinato: le mostre, i libri, gli arredi, i documenti, le strutture architettoniche, i luoghi, tanti capitoli alla ricerca di un’unica direttrice narrativa.
Per produrre Palermo Felicissima, il team di lavoro, con il contributo del comitato storico-scientifico composto da Laura Barreca, Fabrizio Agnello e Ettore Sessa, ha studiato a lungo, spulciando archivi, collezioni private e pubbliche, studiando e raccogliendo spunti. Ne è nato un percorso scientifico mutuato sulle più moderne tecnologie; che si nutre di visioni, installazioni, postazioni, light books, proiezioni, realtà virtuale e intelligenza artificiale, seguendo una precisa timeline storica che mette in rapporto Palermo con il resto d’Europa. Sarà un viaggio che ognuno potrà ritagliarsi a sua immagine, seguendo direttrici autonome, nuclei tematici, personaggi. Adatto all’appassionato, al fine conoscitore, al curioso, allo studente, al turista.
Il percorso della mostra tra architettura e urbanistica, economia e società
L’esperienza inizia da una timeline illustrativa dei principali fatti avvenuti a Palermo, e nel mondo, tra il 1870 e il 1914, utile per orientarsi all’interno della Belle Époque e di tutti quegli avvenimenti che la caratterizzano. Gli eventi sono suddivisi per nuclei tematici che seguono quelli delle sale espositive della mostra: Architettura e Urbanistica, Economia, Società.
Installazioni interattive guidano tra le maggiori opere architettoniche della Palermo Felicissima, altre raccontano le trasformazioni urbane della città tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento: il taglio di via Roma, la costruzione dei grandi teatri, la nascita di via Libertà. Postazioni touch screen e schede “fisiche” permettono di navigare tra la vita e le opere dei maggiori esponenti dell’Art Nouveau e dello stile Liberty nell’architettura e nell’arte.
Un grande tavolo interattivo mostra i settori che hanno caratterizzato lo sviluppo economico ed industriale di Palermo e, più in generale, della Sicilia occidentale (le tonnare, l’estrazione dello zolfo, la produzione del Marsala, il settore bancario e assicurativo, trasporti navali, design di prodotto). Ai fatti che invece riguardano i fenomeni di costume come gli eventi, la moda, gli sport, le curiosità sulle vite dei personaggi di spicco, sono dedicate due postazioni con libri interattivi che si popoleranno di testi, foto e animazioni. C'è anche un libro di ricette d’epoca, che ripropone quelle che Matilde Incorpora ritrovò in uno scantinato, tra “cataste di legno, scatoloni, bauli e colli di ogni tipo”: libretti dai fogli Ingialliti dove, vergate con calligrafia ottocentesca, fanno bella mostra di sé 76 ricette del nonno di suo nonno, Giuseppe Incorpora, uno dei padri della fotografia italiana”. Ne è nato un libro, Il Fotografo cuoco - diario gastronomico di Giuseppe Incorpora. È il primo spunto che porterà alla digitalizzazione dell’intero patrimonio fotografico degli Incorpora.
Non si può parlare di una Palermo Felicissima senza fare riferimento alla famiglia Florio. Il team artistico di Odd Agency ha realizzato un film d’animazione sull’epopea della famiglia, che sarà proiettato su un grande schermo curvo ed immersivo. Dall’arrivo di Paolo e Ignazio Florio da Bagnara Calabra fino all’epilogo con Ignazio Jr., l’intera vicenda sarà raccontata da una narratrice d’eccezione, l’unica vera testimone delle loro vicende.
Ritorno alla Palermo del 1892 e alla raffinata art nouveau con la realtà virtuale
L’esperienza continua con postazioni con visori di realtà virtuale: sarà possibile fare una passeggiata virtuale nella Palermo del 1892 grazie alla fedele ricostruzione del percorso che va da piazza Verdi a piazza Castelnuovo, proponendo gli scenari dell’epoca. Il Teatro Massimo in costruzione, piazza Regalmici prima delle trasformazioni novecentesche, la scomparsa piazzetta Milazzo e, soprattutto, i padiglioni della grande Esposizione Nazionale del 1891/1892. Una stanza immersiva trasporterà il visitatore in un viaggio multi-sensoriale che celebra l’estetica floreale e raffinata dell’Art Nouveau.