Sicilia: confermato maxi aumento a deputati, 890 euro in più per adeguamento Istat

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L'emendamento, al ddl stabilità in discussione, era stato presentato alla luce delle polemiche per gli 890 euro lordi in più in busta paga che gli onorevoli percepiranno quest'anno

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Una votazione avvenuta a notte fonda. È stato confermato l'aumento in busta paga ai 70 deputati regionali dell'Ars legato a una norma che prevede l'automatico adeguamento Istat: 890 euro mensili in più, 10.700 euro l'anno. Nella notte - nell'ambito della discussione sulla Finanziaria varata all'alba con 35 voti favorevoli e 22 contrari dopo una maratona d'aula di quasi 20 ore - con il voto segreto è stato bocciato un emendamento presentato dal leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, che avrebbe stoppato il sostanzioso incremento. E questo nonostante il pressing romano, e di FdI in particolare, teso a cancellare una norma che mette tutti in imbarazzo. È un fatto che neppure il parlamentare messinese, alla fine, abbia votato il proprio testo che non è passato per cinque voti. 

Le reazione

L'emendamento è stato silurato con 29 voti contrari e 24 favorevoli. "All'Ars è andata in scena la farsa - accusa il M5s - prima lo show di Cateno De Luca, che inneggia alla correttezza sua e dei suoi, e poi non vota, assieme ai deputati dei suoi gruppi, l'emendamento che avrebbe stoppato gli aumenti Istat, salvando di fatto l'aumento degli stipendi dei deputati Ars". Per il capogruppo del M5s all'Ars Antonio De Luca "la mancanza degli otto voti dei deputati di Sicilia Vera e Sud chiama Nord - dice il capogruppo M5S Antonio De Luca - ha determinato la bocciatura dell'emendamento presentato dallo stesso Cateno De Luca, visto che la norma non è passata solo per 5 voti". L'incremento in busta paga è legato a una legge del 2014 che prevede l'adeguamento automatico delle indennità in base all'Indice Istat che misura ogni anno la crescita dell'inflazione. Ieri mattina alla Presidenza dell'Ars sarebbe arrivata la richiesta dai vertici romani di FdI di stoppare la norma. Il presidente dell'Ars, Gaetano Galvagno, avrebbe dato mandato agli uffici di Palazzo dei Normanni di studiare una soluzione "giuridicamente valida" per bloccare l'aumento. Resta questa la strada per risolvere il 'pasticciaccio' di Palazzo dei Normanni. 

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